venerdì 13 aprile 2018

equilibri

[n.10]
inaspettatamente un pomeriggio venne a suonare a casa mia: erano le 15 in punto, avevo appena finito di mangiare;
*sbrigati, scendi, andiamo a fare un giro così ti racconto una cosa...
Era giunto il momento, finalmente mi avrebbe raccontato tutto, e finalmente sarebbe finita tutta la mia curiosità. Fui pronto in un amen. Presi al volo il mio piccolo registratore, e uscì. Salito in macchina andammo un po fuori dal nostro paesino, un paio di km lontano dal centro abitato; si fermò in prossimità del grande bosco che costeggia la diga, nel posto in cui solitamente andiamo un po tutti in primavera\estate, per respirare un po d'aria pulita, per stare in mezzo alla natura. Per strada nessun accenno a ciò che avrebbe voluto raccontarmi, la sua Signora aveva subito una brutta batosta calcistica qualche giorno prima, aveva vinto si, ma non era bastato, e a dirla tutta il finale è stato molto amaro e a distanza di giorni gli si leggeva ancora negli occhi. Scavalcammo la staccionata ed entrammo nel bosco, e cominciammo a scendere verso gli argini del lago. Conoscevo troppo bene questi metri, avevo lavorato alla mia tesi di laurea su questo luogo per molti mesi, prima che il prof. decidesse che il tutto non gli andava più bene (ma questa è tutta un'altra storia). Arrivammo in un punto che sembra un piccola spiaggetta, con i dovuti paragoni del caso ovviamente, e ci sedemmo. Si stava da dio: il sole in faccia non troppo caldo, che rifletteva sulla superficie del lago, un sottile venticello che rinfrescava l'aria il giusto e che muoveva l'acqua, il rumore degli uccelli, dei rami degli alberi mossi dal vento, il suono delle campane al collo di una mandria di mucche in lontananza.
"sai una cosa? l'altra sera pensavo a quanto fosse bello poter avere sempre a disposizione un modo che ti fa staccare dalla normalità. Una normalità fatta di tante cose, se sei super-impegnato o super-incasinato, o una normalità fatta di pochissime cose, quando non hai una vera cosa che ti tiene impegnato, pochissime cose e sempre le stesse, sempre allo stesso modo. E' un po come quando sei a casa e vuoi prendere una boccata d'aria, apri il balcone e ti affacci davanti ad un grande bosco, aria pulita, zero rumori, 1000 profumi; e questo vale sia se sei stato ad oziare a casa mezza giornata, o se sei stato altrettanto tempo impegnato in qualsiasi faccenda. Apri, esci, ti siedi, e stai lì. Non ti è mai capitato di avere sta, lasciami passare il termine, "necessità" ?? ecco perfetto, spero hai capito.
Io ho trovato questo "modo", più che un modo oserei dire è un "equilibrio", e l'ho trovato, e sto bene così finalmente. Apro la porta del mio balcone e resto seduto a guardare e ad ascoltare: nell'aria miliardi e miliardi di parole, mi parlano di tutto ciò di cui è possibile parlare, in un modo che definirei perfetto, mai noioso da farmi addormentare e mai eccessivo da farmi perdere la voglia di stare li, seduto; nell'aria profumi che sanno di pulito, di praticelli curati nei minimi dettagli, di fiori sbocciati e strapieni di polline che ubriacherebbero anche l'insetto più esperto; nell'aria colori mai eccessivi e tanto armoniosi, a volte arancio a volte arcobaleno, a volte rosso ciliegia a volte un bianco e nero che illuminerebbe il buio più profondo; in quell'aria c'è tanta poesia, ci sono Dante Petrarca e Boccaccio che prima han fatto a gara a chi la scrivesse più bella e alla fine hanno unito le forze e fanno un capolavoro ogni volta che mi metto lì; è tutto tremendamente perfetto, a volte tanto perfetto che sembra assurdo, che sembro ubriaco. E' come se piovesse e io restassi asciutto; è come se mi facessero sempre gol ma io non uscirei mai sconfitto; è come se bevessi alcolici senza sosta ma sarei sempre lucido; è come se mi sparassero un intero caricatore addosso ma io continuerei a vivere, sempre; è come se mi tagliassero le gambe, e io continuerei a camminare senza sosta. E' come stare in una bolla, dove trovi tutto ciò che di bello puoi cercare e dove si innesca un meccanismo occulto che ti svuota da ciò che non ti serve. Ti ricordi quando ti parlavo di quell'universo parallelo, quella sera che tornavamo dal concerto??? ecco, questa è la parte più bella dell'universo parallelo, la parte reale, quella che vivo realmente, quella che vorrei tutta mia ma che col tempo e con la testa ho imparato a farmi bastare perchè è questa la giusta dimensione delle cose: laddove tutte le circostanze ti negano il tutto, allora impara a farti bastare anche la piccola briciola, perchè nel disegno divino è quel piccolo pezzo che completa la tua fame; volerne di più significherebbe andare oltre, alterare gli equilibri di una normale digestione, aggiungere un tassello al puzzle e non riuscire a completarlo, aggiungere una qualsiasi nota alla normale sequenza e alterare il prodotto finale.
Caro mio, c'è un posto in cui ognuno di noi sta bene, sta a meraviglia, un posto in cui ognuno di noi si rigenera e si prepara a ripartire, sta a noi viverne il "quanto basta" per non andare oltre, perchè l'andare oltre fa bene, ma preso in eccessive dosi può creare dipendenza, e te lo dico perchè in fondo c'ero cascato...caro mio, molto spesso questi "modi che ti fanno staccare dalla normalità", o "equilibri", o "posti" o "universi paralleli" sono reali, sono persone; anche il mio è reale, anche il mio è una persona, un'incredibile e insospettabile persona. E magari mi prenderai per stupido quando arriverà il momento, o chissà cos'altro penserai di me, ma sappi che talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai"
Poi abbiamo parlato di elezioni, della sua Signora, di soldi, di musica, di concerti, di unghie e coltelli, ma ciò che interessava a me ho preferito trascriverlo per filo e per segno. Chissà quando saprò o magari vedrò, di chi si tratta realmente...

martedì 10 aprile 2018

BlockNotes

[n.9]
i giorni passavano senza nessuna novità; durante la settimana lui viveva secondo la sua solita routine: palestra, tv, chiacchierate con gli amici, giri in macchina; di quella storia misteriosa che mi appassionava tanto, nessuna traccia; ogni tanto però, soprattutto nel fine settimana mi trovavo a fare i conti con qualche sorpresa, come quella che mi è capitata l'altro ieri, guarda caso sabato, ancora una volta un weekend.
Avevamo passato tutto il pomeriggio insieme e ci eravamo dati appuntamento a dopo cena per passarci una serata tranquilla al paese; io purtroppo ho dovuto ritardare un bel po prima di uscire e siccome nella piazza centrale del nostro paesino c'è un po tutto sottosopra per via di alcuni lavori di "riqualificazione artistica" (a mio avviso tutt'altro che indispensabili, ma questa è tutta un'altra storia) ho deciso di lasciare la macchina in garage e di uscire a piedi. Arrivato in piazza, incontro gli altri ragazzi della comitiva e tra una birretta e qualche amara constatazione sui lavori chiedo di lui, e mi dicono che era stato con loro fino a qualche minuto prima che arrivassi e che se n'era andato un attimo a casa. I discorsi continuarono a lungo, di lui nessuna traccia ma nessuno sembrava farsi qualche domanda a riguardo, eravamo talmente presi che era come se ce ne fossimo dimenticati e io non nego che avevo perso anche la concezione del tempo; ad un certo punto, però, quando in realtà si era fatto abbastanza tardi, spuntò dal nulla, fresco, sorridente e sgranocchiando il suo solito Mars. In verità nessuno di noi osò dir nulla, ma non per paura di essere invadenti o altro, fu come se fosse stato tutta la sera con noi; il tempo scorreva però, e ad un certo punto, quando ormai i miei neuroni erano andati quasi completamente in stand-by e cominciavo a sentire un po di freddo, gli chiesi se gentilmente poteva accompagnarmi a casa dato che ero a piedi e mi seccava camminare; lui accettò ancor prima che finissi di chiederglielo, e anzi mi invitò ad andarmi a sedere in macchina perchè notò anche lui che avevo abbastanza freddo.
Salì in macchina e la prima cosa che vidi, prima ancora di richiudere lo sportello, fu quel famoso BlockNotes che qualche mese prima avevo notato in camera sua, e da cui avevo "rubato" un pezzo che aveva scritto. La curiosità cominciò a mangiarmi il cervello, ma non potevo prenderlo, mi avrebbe visto; allora cominciai a pregare che la fortuna potesse girare per soli 5 minuti dalla mia parte, non ho mai sperato così tanto che si allontanasse da la, anche solo che se ne andasse a fumare una sigaretta di nascosto. Discuteva ininterrottamente, credo si parlasse di calcio perchè certe cose le spiegava facendo dei movimenti strani, poi ad un certo punto la svolta: prende una sigaretta, e si allontana: la fortuna era girata dalla mia parte, ancora una volta! appena si allontanò abbastanza, presi il BlockNotes e cominciai a sfogliare, stavo facendo l'ennesima bastardata, lo sapevo perfettamente. Ritrovai quel pezzo che avevo già visto, c'erano delle pagine con diverse citazioni da film e da libri, titoli di canzoni, pezzi scritti da lui che ricordavo di aver letto sui suoi post di instagram; gli ultimi fogli scritti, presentavano un lungo elenco di domande, scritte in un modo che definirei abominevole, praticamente incomprensibili: alcune tagliate, la maggior parte presentavano un "SI" accanto, alcune erano cerchiate in rosso, altre tagliate, e nell'ultima pagina, un piccolo pezzo, non molte righe in effetti, scritto in rosso; c'era una penna rossa li accanto, doveva averlo scritto da poco, quindi, al solito, feci una foto e posai tutto così come lo avevo trovato, riservandomi la sorpresa a quando sarei stato a casa. Lui tornò subito, giusto il tempo di una sigaretta; venne subito in macchina e mi accompagnò a casa, gli dissi che avevo troppo sonno.
Arrivato a casa, la stanchezza, il sonno e il freddo svanirono, volevo leggere cosa aveva scritto:
"me lo sono sempre chiesto, forse perchè quando ci facciamo sempre la stessa domanda è perchè sappiamo quale sarà la risposta; e fondamentalmente l'ho sempre saputa. Lei è contemporaneamente un mondo di fate e gnomi ma non di umani; di eroi e di farabutti ma non di gente comune; lei è uno specchio che la guarda quando dorme e quando è iperattiva; lei è quella che grida quando tutti gridano, o che sta zitta quando tutti gridano; lei non è mai nel mezzo; lei è zero, o cento, ma quasi mai cinquanta; lei è una camicetta bianca a strisce scure molto vintage su un corpo molto futuristico, e difficilmente è nel "presente"; lei è un mare di alti o un mare di bassi, e non in mezzo; lei è un vulcano in pesante eruzione o un vulcano completamente spento; lei è un groviglio di parole incastonate come fili di una rete strettissima che nascondono un significato profondissimo o un silenzio di tomba, difficilmente tiene banco per sole 4 parole; lei è la bambola col mitra o la pistola spara fiori; lei è il bacio o l'indifferenza, lei è 3000 colori o il buio; lei è un mix perfetto di tanti estremi che stanno insieme, che convivono indisturbati come figli cresciuti insieme da una vita; lei è l'amaro in bocca di un bacio mai dato o il sapore dolce di un incrocio di sguardi; lei è una capricciosa con patatine o una margherita con poca mozzarella; lei è la grande attesa dell'inizio o l'adrenalina che resta dopo la fine; lei è un mix di idee o una preposizione semplice; lei è la negazione di un punto nel passato o l'accettazione di tutti i punti nel futuro; lei è la gioia dell'uomo che si può innamorare di lei o la delusione dell'uomo che non potrà averla mai; lei è la paura di perdere questo suo status di fronte a quei pochi attenti osservatori che riusciranno a smascherarla, o la sicurezza di essere se stessa di fronte a chi difficilmente la guarda con entrambi gli occhi; lei è quell'essere intrigante che dio ogni tanto manda sulla terra per smuovere tutte quelle vite piatte e sentimentalmente offline, oppure quella creatura salita dall'inferno che spegne completamente ogni interruttore; lei è tutto o niente, e comunque sia, non sarà mai abbastanza; e poi è bellissima, ed è sicuramente l'unico estremo che in lei non conviverà mai col suo opposto. Lei è tutto questo e molto altro ancora, e solo chi avrà la forza, la possibilità e la pazienza di guardarla per bene, piuttosto che fermarsi ai soliti giudizi fatti su due piedi, mi potrà dare ragione."
Cazzo che intrigo: rimasi senza parole, e per quella notte rimasi anche senza dormire.

mercoledì 4 aprile 2018

l'orecchino

[n.8]
passarono diversi giorni da quella "sorpresa" e le mie ricerche erano rimaste ferme a quella sera in pizzeria, se non chè fu proprio lui a sbloccarle e a farmi un regalo; era la sera di pasqua ed eravamo stati a ballare in un locale che avevano aperto da poco in un paese vicino; eravamo sulla via del ritorno, stava quasi per albeggiare e lui, ancora una volta, aveva lasciato che guidassi io la sua macchina; scelta molto responsabile, aveva passato molto tempo col bicchiere in mano e ce n'eravamo resi conto tutti che il suo grado di lucidità si era abbassato e di molto; se n'era accorto anche lui e fu ben lieto di cedere il posto guida a me, io che ero stato tutta la sera con la mia pseudo-ragazza e non avevo toccato manco mezzo sorso di acqua (ma questa è tutta un'altra storia)...
eravamo appena partiti e d'un tratto mi costringe a fermare la macchina: doveva fumarsi una sigaretta e vi giuro, non c'è stato verso di convincerlo a rimandare; mi fermo, lui scende (perchè in macchina sua è severamente vietato fumare) e comincia ad armeggiare con l'accendino; per sfortuna sua (e fortuna mia) l'accendino non funziona e allora mi chiede di far riscaldare l'accendino che c'è in dotazione nelle auto e io eseguo; lo faccio accendere e rientro in macchina, al momento di riporre l'accendino al suo posto ecco la sorpresa: l'orecchino!! eccolo il terzo indizio che mi aveva fornito la sua amica: un semplice orecchino da donna; allora decisi che avrei chiesto direttamente a lui, sfruttando la sua lucidità leggermente alterata e sapendo che nessun altro ci avrebbe sentiti dato che il nostro amico dietro già russava alla grande...
#ooooiiiii!!!! ma che è st'orecchino!!! m'ha diri qualcosa??? e non dirmi che è di tua mamma, ora se non parli io non parto!!
* o porca puzzola va...andiamo, poi ti spiego...cazzo sono le 6 e domani è pasquetta, dobbiamo restare a letto tutto il giorno??? andiamo va...
# no no!!! voglio sapere qualcosa!! prima perdi tempo per la sigaretta e ora ti viene la premura?? parla e io parto...
dopo una breve tiritera, si convince
* allora, non posso andare oltre, ti ho detto che sarebbe arrivato il momento giusto e non lo è ancora; non posso dirti tutto, ma in fondo in fondo in questa testa un po sballata c'è una ragazza, e non dirmi la solita stupida battuta della scoperta dell'acqua calda perchè mi arrabbio; c'è una ragazza, non posso dirti chi è, è una ragazza, è la più bella ragazza che il tuo paesino (che poi sarebbe anche il suo, ma a lui piace dare questi aggettivi possessivi levando la sua persona) abbia partorito negli ultimi anni; è una ragazza troppo bella, ha gli occhi di 3000 colori, uno stile unico e inconfondibile, sia nei movimenti, sia negli atteggiamenti sia nei modi di apparire; è una ragazza troppo bella, che ho da sempre voluto scoprire e di cui piano piano sto cominciando a capire qualcosa; però non fasciarti la testa più di quanto possa averla fasciata io: è una cosa impossibile, lei è impossibile, tutto sarebbe impossibile; è come se fosse "Beep Beep" e io "Willy il coyote", capisci?? vorrei che non fosse così, ma mi sa che è così.
# si ma l'orecchino???? non dirmi che gliel'hai rubato...
* ora sono diventato un ladro???? ti sembro in grado di esserlo??? è capitato tutto per caso, una sera di agosto casualmente le ho dato un passaggio verso casa, pioveva, saranno stati 200metri, e sicuramente le sarà caduto casualmente qua dentro; poi non abbiamo avuto modo di ri-incontrarci ed è rimasto qui...ma poi sai, quasi quasi me lo terrei, tanto vedo che ne usa tanti e di tanti tipi, l'altra sera ne aveva un paio che erano grossi come 3 anelli saldati insieme, gliel'ho detto che non erano i miei preferiti, ma lei insisteva sul fatto che fossero belli...che poi ha dei gusti particolari, di quelli che ti fanno venire sempre la voglia di chiederle "perchè" o "fammi vedere", è così, è na specie di calamita, Mi piacerebbe parlarle un po, cercare di capire tante cose, ma oltre quel passaggio in macchina non ci siamo mai più visti; cosa le piacerebbe fare da grande, che musica ascolta, se le piace il calcio...che poi un'altra volta mi raccontava di libri, di ore e ore passate a leggere, a letto o seduta a terra sul balcone...beh, un mondo da scoprire ma non ho assolutamente idea di come riuscire a parlarle di nuovo.
# Stasera era qui pure lei??? l'hai vista???
*mmmmmmm no no, però la sera di Pasqua era di una eleganza pazzesca, e di una bellezza che ti giuro, non si può spiegare. Non te lo posso dire chi è, per tanti motivi, forse troppi. E forse è un bene che non ci siamo mai più visti, è meglio così. Perchè come farei??? sarebbe difficile ...che poi una sera quasi quasi non la riconoscevo, il cappuccio del giubbotto era talmente vistoso che la nascondeva, poi è entrato prima il suo odore che lei fisicamente e, fortunatamente era lei ahahaha...vabbè basta, ti può bastare questo, anche perchè quello non russa più e se ha sentito qualcosa vi ammazzo a tutti e 2. Ti prometto che se la dovessi rivedere per una seconda volta, te lo dico, ok????
Mi confuse completamente, in pratica riuscì ad ubriacarmi, e complice anche il fatto che quello dietro si svegliò, non fui in grado di chiedergli altro.
Arrivato a casa, nonostante fosse già giorno, presi il mio fedele block-notes e scrissi tutto quello che ricordavo; e ricordavo tutto perchè ero molto lucido e molto sveglio. Quel pezzo di imbroglione mi aveva preso per il culo: una volta il passaggio, una volta lei gli parla dei libri, una volta parlano degli orecchini che a lui non piacciono e a lei si, una volta entra in macchina il suo profumo prima di lei e ha il giubbotto col cappuccio vistoso, quindi non è più agosto ma è inverno; e poi mi dice che l'ha vista solo una volta e se ci sarà una seconda me lo dirà; Si sono visti più di una volta. Ma poi, chi sarà mai questa ragazza troppo bella??? com'è possibile che ha gli occhi di 3000 colori??? e perchè è tutto impossibile??? e la sera di Pasqua, dove cavolo l'ha vista??? era questa la sera di Pasqua, doveva essere qui per forza, sicuramente; al paesino stasera non c'era nessuno fuori...
Era stata una bella serata per me, e lui in quel quarto d'ora è riuscito nell'impresa di farmi capire di non averci capito nulla...