domenica 14 ottobre 2018

5-idrossitriptamina (5-HT)

[n.30]
"...e così finì che alla fine ci allontanammo.
Quando eravamo vicini già ne avevo il presentimento, quando la salutai quell'ultima sera cominciai a farmene una ragione, e poi piano piano divenne tutto realtà, si, proprio quella realtà a cui fui invitato a tornare più spesso. Il nostro allontanarsi fu tutto un insieme di cose: la sua routine e i suoi impegni, lo studio, i libri, gli allenamenti; io, beh, io vivevo alla giornata, nessuna routine, anzi, speravo ogni giorno di poterne ricominciare a vivere una.
Le nostre auto, che avevo sempre immaginato correre allineate in due rette parallele vicine tra di loro, cominciarono a distanziarsi. E non era questione di strade diversamente tortuose, o di fondo stradale sfalsato, o di carburante diverso, o di modo di guida differente.
Nulla di tragico in realtà: due teste dure che fanno un piccolo crash e che non si preoccupano di dare l'unico piccolo punto di sutura che serve al ripristino del sistema. Piccoli silenzi e piccole incomprensioni; una sorta quasi di incapacità di fermarsi e tornare sui propri passi, una poca voglia di abbattere quel piccolo muro che giorno dopo giorno si è costruito e che con molta probabilità dava un po fastidio a entrambi. E' così che piano piano si finisce un po: il tempo scorre e crea un qualcosa che se non si blocca subito poi pian piano diventa molto difficile da abbattere. L'acqua che scorre, col tempo erode i fianchi del suo letto, erode la roccia, si crea una strada tutta sua, modifica i contorni sinuosi della terra creandone altri. Ritornare alla forma originale, più passa il tempo, più diventa impossibile.
Non siamo mai stati innamorati io e lei. O meglio, lei penso proprio di no; lei era la realista dei due, quella che difficilmente non stava con i piedi per terra; io, io ero il sognatore; questo era il contrappasso dell'età. Me ne innamorai la prima volta che la vidi, ed ogni volta che la vedevo me ne innamoravo ogni volta di più, pur sapendo che sarebbe stato impossibile andare oltre; un sognatore realista, e consapevole; ecco quello che sono sempre stato io. Io sono stato il suo angelo custode, la ringhiera che la sosteneva quando aveva paura di cadere nel vuoto; lei la fiamma con cui mi scaldavo quando avevo freddo, la casa in cui mi rifugiavo nei giorni di pioggia, la sigaretta che curava il mio nervosismo, il letto su cui mi sdraiavo quando avevo sonno, la mia serotonina. Si, questo era.
Avere a che fare con lei non era per niente facile, e lei, pur nel suo essere per certi versi ancora acerba, ne era consapevole. Era un mix di tuoni fulmini e cielo azzurro e aveva un qualcosa di nascosto che non riuscì a capire in tempo; e la cosa bella era che tutto questo a me piaceva. Era fottutamente interessante, un mondo ancora molto piccolo, ma per decifrarlo non bastavano i miei anni. Io ero innamorato di tutto questo; e pure dei suoi dettagli, del suo odore, della sua infinita collezione di orecchini, dei suoi capelli, delle sue labbra, del suo stile, dei suoi occhiali da studio e delle sue mille sfaccettature, ma penso di essere già stato chiaro in precedenza su tutto questo.
Ci allontanammo, è vero. Ma è anche vero che lei da me non si scostò mai nemmeno di un centimetro. Era con me quando chiudevo a chiave la porta di casa; era con me quando frugavo nei piccoli portaoggetto della mia macchina; era nei tre muri della mia camera, era sul mio polso destro; bussava costantemente alla porta dei miei pensieri quando questi già cominciavano ad immaginare lidi leggermente più lontani; si, esattamente; bussava, io aprivo e lei comandava.
Rimasi per giorni e giorni con la speranza di rivederla, di risentirla, di riascoltarla. Ma per diversi motivi non spinsi più sull'acceleratore:
1) lo avevo sempre fatto e non mi andava di essere così ripetitivo sempre;
2) in cuor mio speravo che lei se lo ricordasse e ri-succedesse tutto in automatico
3) non volevo sembrargli invadente;
4) non volevo minimamente danneggiare quel pezzo di vetro che immaginavo lei aveva frapposto tra noi, anche se, con tutta la sincerità di questo mondo, io ci avrei piazzato una tenda davanti la sua porta e sarei rimasto li notte e giorno...
5) in cuor mio speravo che anche lei fosse nella mia stessa situazione, e che bastasse semplicemente un pretesto, una casualità a ristabilire il tutto.
Avevo un disperato bisogno della mia serotonina."




venerdì 5 ottobre 2018

Mars immaginario

[n.29]
"mai scritta una mail se non ad un prof universitario, ma mi si è rotto il telefono e come sai io non ricordo numeri di telefono a memoria, e dato che ti avevo promesso che ti avrei chiamata in serata non voglio mancare agli appuntamenti.
Come stai??? spero ti sei ripresa, ormai l'incidente è acqua passata, piuttosto spero che anche con la schiena sia acqua passata...io beh, ti avevo promesso alcune cose, ma non sono in grado di mantenerle per adesso; del resto con te è sempre stato così: tu mi dici ciò che devo fare, io annuisco, prometto, puntualmente non mantengo, e poi torno a piangere da te dicendoti che avevi ragione. Sembra una barzelletta, ma è la più reale delle storie che i nebrodi potranno mai partorire. Per il resto va tutto bene. Vivo ancora quella parte di vita in quel mondo parallelo, in quel mondo in cui mi sono permesso di entrare in gioielleria e vedere il gioiello in condizioni naturali. Sai ho avuto una specie di visione, lo vedevo strisciare a terra, non poteva camminare e faceva il possibile per rimettersi su una sedia. E sarei rimasto lì, e se ci potessi ritornare adesso, resterei lì a godermi lo spettacolo; si perchè di spettacolo si trattava; non ho avuto la fortuna di vivere tanti momenti simili, ma tra quei pochi, questo era il più bello. Forse perchè è una situazione in cui ho imparato ad accontentarmi, e per sembrarmi qualcosa top mi basta poco. Così come mi è bastato ri-tornarci, col pensiero, a immaginare una merenda a base di quei cioccolati con il caramello che a me piacciono tanto, i Mars, quelli che tu dici che mi fanno cadere i denti, quando ti trasformi in mia nonna...Sono quelle situazioni che il mio mondo immaginario mi presenta, quelle situazioni in cui mi mette un po alla prova; dalla immaginaria realtà di quella merenda però sono dovuto quasi scappare, perchè temevo di non superarla la prova. Però due secondi dopo, ero già lucido e voglioso di rientrare perchè conscio di avere la situazione in pugno. Sono fatto così, lo sai.
Ora in realtà è da un pezzo che non rientro lì e non sai quanto cazzo mi manca, perchè sinceramente avevo fatto una buona abitudine a farci un salto spesso per scrollarmi di dosso un po di monotona e stupida realtà. Adesso devo dirti che forse la realtà sta venendo fuori un po meno monotona del solito, ma quando ti manca qualcosa, lo sai anche tu come siamo fatti...
Appena sistemo la situazione telefono ti chiamo e ti racconto, perchè la storia del Mars è tanto buffa quanto per me interessante, anche se so che mi dirai che sono uno stupido, sognatore e che devo lasciar perdere, anche tutto questo come tutto quello che avrei dovuto lasciar perdere negli anni passati...
Ah, se ti dovesse contattare il mio amico, quel ragazzo che sta cercando di capire il filo, il capo e la coda di tutta sta storia, digli pure quello che vuoi...ma soprattutto digli che la fine non è vicina...
Un bacio bionda, spero a presto."
La sua amica seguì alla lettera, e mi girò la mail dopo che ci incontrammo per caso in un centro commerciale lontano dalle nostre zone abituali. Credo che regni la calma, forse fin troppa a quanto pare e a quanto traspare dalle parole...Queste sono le mie ultime e uniche notizie a riguardo.
Il mio prossimo passo sarà chiedergli il senso di questa storia del Mars...

venerdì 21 settembre 2018

ora di punta

[n.28]
La settimana seguente notai un altro suo strano comportamento.
Ricordo che il giorno dopo il nostro ultimo incontro lo cercai per tutta la mattina perchè mi servivano alcuni file per dei piccoli lavori al pc, e sapevo che poteva darmeli soltanto lui; ma non mi rispondeva al telefono, ne su WhatsApp ne alle classiche telefonate; al che, a ora di pranzo, decisi di andare a colpo sicuro, e andai a casa sua. Sua madre mi disse che non era ancora rientrato a casa e che già il giorno prima si era ritirato più tardi perchè tanto il loro pranzo non iniziava prima delle 14. Fu infatti per quell'ora che mi rispose in effetti, mi diede ciò che mi serviva ma non mi disse dove era stato...
La mia curiosità si fece forte col passare delle ore, e decisi che dal giorno dopo lo avrei in qualche modo pedinato, anche a quell'ora del giorno, per cercare di capire se questa sua ennesima stranezza potesse avere qualche collegamento con la storia di cui mi stavo occupando.
L'indomani, con buona pace di mia mamma, dissi che avrei ritardato a pranzo, e andai a cercarlo; la sua auto era parcheggiata dove di solito la parcheggia la sera; lasciai la mia in zona e salì i gradini che portano alla villa comunale, e senza farmi vedere cercai di scovarlo da qualche parte; bingo!! era seduto su una panchina col suo block notes, scriveva. Rimasi lì fino a che arrivarono i ragazzi che tornavano dalla scuola al che, con la scusa di accompagnare alcuni di loro che abitavano vicino casa mia, dovetti andarmene; ma notai che anche lui si alzò e cominciò a far strada verso la macchina.
Lì per lì pensai che il suo era un modo come un altro per ammazzare il tempo e scrivere qualcosa, ma non riuscivo a capire il perchè lo facesse fuori, a quell'ora e non a casa. Il giorno dopo e per tutta la restante parte della settimana, continuai questa mia indagine: lo trovai sempre lì, a quell'ora, e alcuni giorni anche senza il suo inseparabile block notes e stava lì fino a quando arrivava il bus che riportava al paese i ragazzi che andavano a scuola; dopo di chè, si alzava, e andava via.
In quell'ultimo pezzo che mi fece leggere, parlava della scuola che ri-iniziava, e probabilmente la famosa ragazza misteriosa era lì che dovevo trovarla; la stranezza era però che ogni volta che scendevano i ragazzi dal bus, lui non aveva nessun contatto con nessuno: nessuna parola, nessun saluto, nessuno sguardo.
Il sabato mi feci trovare appoggiato alla sua macchina:
* e tu che ci fai qui?!?!
# aspettavo te...tu e tuoi comportamenti strani, tu e i tuoi orari strani...
* ma perchè secondo te è tutto strano?? la normalità è soggettiva...
# si ok, va bene...ascolta, è una settimana che faccio mezze liti con mia mamma dato che le faccio slittare l'ora di pranzo, e lo sto facendo per vedere cosa cavolo fai a quest'ora, per vedere perchè ti ritiri sempre in questi minuti...non sei stato qui a scrivere tutti i giorni...ho pensato, con tutta sincerità, che aspettassi l'autobus per salutare la "tua ragazza misteriosa"...e in fondo un po ci speravo, ma anche stavolta mi sa che non ho concluso nulla...
* sarebbe stato molto facile così...
e se ti dicessi che ogni giorno la aspetto perchè proprio a quell'ora passa da lì perchè va a comprare qualcosa, come se avessimo un tacito accordo su questo, soltanto per vederci un attimo???
e se ti dicessi che è solo una questione di orario, che il mio non far nulla in quel momento della giornata mi porta ad ammazzare un po di tempo cercando di vivere il centro del mio paesino nell'unico momento post estivo in cui sentire tante voci di persone??
e se ti dicessi che hai ragione, che aspetto ogni giorno che scenda dal bus solo per vederla???
e se ti dicessi che l'ho sempre fatto, perchè è l'orario in cui resto a discutere al bar col proprietario dei fatti nostri e del nostro paese, e nonostante il bar è chiuso per ferie io non perdo l'abitudine di stare lì in zona???
e se ti dicessi che in fondo non ti ho voluto rispondere al telefono perchè speravo in questa tua scelta, poi appena ti ho visto a curiosare ho deciso di continuare???
e se ti dicessi che non c'è nessuna ragazza misteriosa, e che è tutta un'invenzione???
e se ti dicessi che...
# talè non dirmi più nulla...a momenti se continuiamo qui va a finire che resto morto di fame anzi, piuttosto mi cucini tu...non lo so, ho la mia convinzione: nessuna casualità, nessuna voglia di prendermi in giro, tu un motivo valido ce l'hai, e il motivo ha un nome e un cognome ... il piccolo problema di fondo è che non ho la minima idea di quali siano... ci vediamo stasera va...
Rientrai a mani vuote, come al solito, e vuoto mi rimase anche a stomaco; bel guadagno...

martedì 11 settembre 2018

gioielli, gioie e matrioske

[n.27]
Era il 10 Settembre, l'estate al paesino era ormai finita, l'ultima festa era trascorsa e già per alcuni ragazzi era cominciata la scuola. Lui e altri ragazzi della comitiva si erano fatti una bella settimana di vacanza lontano da qui, ed erano tornati soltanto da un paio di giorni. So che aspettava una vacanza del genere da un paio di anni, ma per tanti motivi non gli era stato possibile esaudire questo desiderio; tant'è che non si era fatto sentire in quei giorni, ma lo immaginavo che volesse tenersi lontano da tutto ciò che lo aveva tenuto qui, da ormai molto tempo. Quel lunedì sera, mentre passeggiavamo in una piazza ormai quasi deserta, mi chiese di fargli compagnìa per la solita sigaretta, ma non lì, bensì alla fonte d'acqua nella parte bassa del paese; mi convinse dicendomi che mi avrebbe dovuto dare un qualcosa che mi aveva portato dalla Puglia ma che non voleva farlo in mezzo agli altri perchè agli altri non aveva portato un bel nulla. Accettai e andammo. Arrivati la, mi diede una busta e mi disse: "dentro ci sono un foglio e un pacchettino, mi raccomando prima occupati del foglio".
Io, ad essere sincero, immaginai si trattasse della soluzione al mio caso, finalmente. Cercai di fregare la soddisfazione tanto immaginata e l'attesa rallentando i movimenti e i tempi in generale; mi sedetti sul muretto che sovrasta la fonte e nel frattempo lui si venne a posizionare accanto a me; si accese la solita sigaretta, e senza dire parola, mi fece cenno di aprire la busta e poi di leggere ciò che c'era scritto sul foglio:
"Sai, è vero che da tempo avevo scritto il capitolo 27, quello che poi alla fine sarebbe dovuto essere l'ultimo, la chiusura di quel mio famoso racconto. E l'avevo fatto perchè pensavo che per forza di cosa si sarebbe giunti ad una fine; nessun pessimismo ma tanto tanto realismo. I nostri mondi sono diversi pur appartenendo alla stessa galassia, le nostre strade parallele e vicinissime, in alcuni casi separate solo da un muro di siepi, basse ma pur sempre presenti e separatrici, e non credo arriverà mai qualche ingegnere a creare anche una piccola stradina, una "vanedda" che possa congiungerle, anche solo per un paio di metri, o per un attimo. L'ho sempre pensato, lo pensavo prima di cominciare a scrivere e probabilmente lo penso anche adesso...senza probabilmente. Però poi, col passare del tempo, col passare delle volte in cui mi è stata accanto, col passare delle volte in cui l'ho ritrovata nella mia testa, seduta su una sedia dondolo, messa lì a fissarmi in un profondo silenzio con quegli occhi indecifrabili che mi urlavano di osservarla per dirle "stai benissimo così", col passare delle volte in cui mi è mancato rivederla, col passare di tante cose ho scelto di cestinare quel 27° capitolo, prematuro e forse troppo reale. "E adesso?" mi chiederai. Potrei inventarmi qualcosa per fare lo scrittore figo, pomposo, fantasioso, però a dirti la verità non ho idea di cosa mettere nel 27 e non ho idea di come continuare la storia, ma ho una voglia matta di continuarla. La spinta definitiva a farmi scegliere di non fermarmi l'ho avuta in questa settimana che sono stato lontano da casa. Quando sei in mezzo ad un mare di estranei, quando senti un dialetto non tuo, quando senti storie paranoiche anche da perfetti sconosciuti, quando sei solo seduto faccia a faccia col sole al tramonto e col culo bagnato dall'acqua salata, ti rendi conto subito, immediatamente, di cosa ti manca. E tra le 3 o 4 persone che mi mancava sentire, osservare e rivedere anche solo per un attimo, una era lei. E allora ho detto "Tò, perchè devi mettere un punto? sono due strade che non hanno contatto ma sono pur sempre vicinissime, basta girarti e vedere di là, e allora perchè devi svoltare a destra, allontanarti e finire?? Perchè non lasci decidere al caso quando sarà il momento di scrivere l'ultimo capitolo?? perchè non smetti per un attimo di usare la testa e agisci senza seguire ragionamenti pseudo-logici???" questi giorni di lontananza mi sono serviti a capire e riordinare tante cose, in parte a riordinarmi, in parte a capire che crescere ha qualche lato negativo e che non è il momento di continuare a fare il cresciuto della situazione. Tornare a vivere momenti senza pensare a come sarà il dopo, questo mi ha fatto paradossalmente un po riaprire la mente, nel senso che l'ho riaperta mettendola però da parte, in angolo, muta e impotente. E allora si che lo continuo il racconto. Si che continuo a cercare il momento per scambiare anche solo quelle 2 parole con quella voce che tanto mi fa bene; si che continuo a cercare di scoprire i vari pezzi di quella meravigliosa matrioska, dalla "madre" che già immagino di conoscere bene, fino, mi auguro, al "seme", e semmai il caso, un giorno a sorpresa, metterà una barriera alla mia strada costringendomi a svoltare e cambiare direzione, pazienza, vuol dire che nel libro della mia vita l'ultimo capitolo doveva nascere in quel modo; non devo essere certo io a mettere una fine: non lascio mai lì un piatto di patatine fritte ancora pieno, lo lascio solo se per caso mi cade a terra o se poi, ad un certo punto, finiscono. Si che la continuo questa storia; sarà un pelino più difficile e richiederà forse più tempo di quanto ne è già trascorso, perchè le circostanze mi impediranno di poter essere tanto realista: non è più estate, e non potrò averla a disposizione così tante volte; nessuna nottata, ora ci si sveglia presto, la scuola incombe...in pratica sarà come se dovessi farle un ritratto senza però trovarmela sempre lì accanto, seduta di 3quarti. Quindi amico mio, mi dispiace per te, ma non posso svelarti il mistero; e ahimè, il 27 che è il numero più ricorrente in questi ultimi miei anni non sarà più il capitolo finale, magari proverò a renderlo il più bello della storia. Con molta probabilità in quel capitolo racconterò della gioia, quella che ho visto nei suoi occhi quando l'ho rivista accanto a me appena dopo il mio ritorno a casa. Si, caro mio, la gioia. Una gioia che Dio ancora non mi aveva dato la fortuna di vedere nei suoi occhi e dipinta nel suo volto. La gioia, quella vera, dopo aver ricevuto un qualcosa che le ha fatto realmente piacere, quella stessa gioia che, se tu chiedessi a lei, probabilmente avrà visto nei miei occhi ogni volta che ha avuto la possibilità di guardarmi da vicino. Quella gioia che in quell'attimo l'ha resa di nuovo bambina, una bambina in piena esaltazione, capace di non stare ferma un attimo, capace di gesticolare 6milioni di volte in un solo secondo, capace di indossare quel qualcosa mentre ancora era impacchettato; frenesia credo si chiami, io la intendo come gioia; la stessa gioia che provo io a ripensarci, perchè se lei è sempre bella, in questi 500giorni non l'avevo mai vista così bella e luminosa, e il merito era un po anche mio. Quindi magari racconterò della sua gioia, magari racconterò della mia, della mia voglia di lei, della voglia di non vederla riuscire ad aprire quella porta, o della sua arrampicata in uno di quei luoghi off-limits, di quel giro fatto su se stessa saltellando, della sua sicurezza nonostante l'altezza e la profondità del luogo, o della sua buffa capacità di nascondersi il viso per paura di essere assalita da uno stormo di colombe notturne, oppure ancora del suo modo di imitare il rap di ultima generazione, quello fatto di stupidi monologhi o di associazioni di parole senza un nesso tipo amore e capoeira.
Si si, racconterò di questo, di questa gioia che in fondo altro non è che un nuovo pezzo di quella matrioska che piano piano sto avendo la fortuna di scoprire; e poi non so cosa racconterò più avanti, spero avrò la fortuna di ricevere tanti altri spunti proprio da lei, ma di sicuro non mi fermerò.
Perdonami se non ti svelo nulla, anche se qualche altro particolare se ti impegni puoi coglierlo; perdonami se non sono riuscito a parlartene ma ho dovuto scriverti tutto questo trattato e ho dovuto fartelo leggere nonostante io sia qui seduto accanto a te; perdonami ma parlare di lei e di me quando c'è lei di mezzo mi viene difficile, mi si bloccano le parole, invece scrivere mi riesce meglio; perdonami, e anzi, per farmi perdonare meglio ti ho portato quel ciondolo che dicono sia un grosso porta fortuna; tienilo, e ogni tanto digli che porti un po di fortuna anche a me".
Mi girai verso di lui, mi guardava e aveva gli occhi un po lucidi. Gli diedi una pacca sulla spalla, lui si alzò, si accese un'altra sigaretta e se ne andò fumarla nascondendosi nel buio. Pensavo che la sua sensibilità venisse fuori solo nelle parole che scrive, e invece è umano anche lui.
Immaginavo di aver risolto il mistero, i presupposti mi avevano convinto che sarebbe stato così; rimasi con quel ciondolo e con la consapevolezza che ancora avrò da lavorare per trovare la soluzione.

domenica 9 settembre 2018

FELIZ CUMPLE MAMITA


3 SETTEMBRE 2018

Ho fatto tanti discorsi, fin qui: a dispetto della mia timidezza ho parlato con diversa gente, ho pulito situazioni in una lingua a me straniera con una padronanza tipica della gente del luogo, ho ritirato riconoscimenti, incassato complimenti. Ho scritto discorsi, pochi per me ma tanti per gli altri, ho parlato a qualcuno che ascolterà fra quasi un decennio ancora.In tutte queste occasioni, ammetto di non avere avuto sempre le idee chiare su cosa dire. Mentre sono sempre stato molto puntuale su cosa non dire. Una delle cose che "non ho detto" più spesso è "grazie Mamma". Ho sempre detestato voltare per la prima volta la copertina (rigorosamente dopo aver odorato il libro) e trovarla la: la mamma di qualcuno, formato dedica. Fra me e l'autore / autrice, la mamma. Che c’azzecca? Ho sempre detestato " l’uomo che non deve chiedere mai", con le mille tattiche da manuale sulle donne che puntualmente sono irretite dallo stratagemma, come topi che credono di scegliere ma sono solo dentro un sapiente labirinto di laboratorio che li condurrà solo dove qualcun altro vuole. Per poi dire: "scusa è mia mamma", correndo a rispondere a telefonate a qualsiasi ora, come fossero conferenze di Yalta convocate via etere. Ho sempre detestato un principio tanto evidente quanto dimenticato: sono qui, perché tu hai scelto così. Sono qui e per tutta la vita indosserò un nome che tu hai scelto, come un’etichetta marchiata a fuoco sul posteriore di un manzo. Non mi hai mai chiesto il permesso e dovrei pure esserne grato? Ho sempre detestato la tacita, accettata e tutto sommato celebrata, idea che continui ad essere un pezzo di corpo di tua madre anche dopo quel carcere lungo 9 mesi. Ho sempre detestato l’idea di avere un debito con qualcuno. Figurarsi con chi ti ha nutrito, pulito, protetto finché non sei stato in grado di farlo da solo. Ma soprattutto, ho sempre detestato quella sua capacità di esserci sempre, anche quando non la penso come lei vorrebbe. Anche quando ho desiderato il biasimo e la condanna, perché io mi ero già giudicato colpevole. Essermi accanto, con un oceano d’amore dentro il quale occorre abbandonarsi, per non rischiare di annegare in quella sua profondità. Le madri sono l’origine della più grande incoerenza, della contraddizione che rende l’Universo caotico: puoi essere sbagliato, lo sarai per te, lo sarai per tanti altri, magari lo sarai anche per lei, ma non per questo verrà meno il suo amore. Credo che questa somma incoerenza racchiusa dentro il significato di «Mamma», scompigli il mondo. Ne impedirà sempre l’ordine. Le mamme sono nemiche dell’ordine. Sono onde che vanno avanti e indietro incessantemente, senza una direzione pur avendo una direzione. E no, non scrivo questo per celebrare il mistero delle mamme, né per augurare loro qualcosa in un giorno diverso rispetto a quello a loro dedicato. Uso queste parole per dire “grazie” alla mia, di Mamma. Non per tutto quello che ha fatto, non per la tenacia, non per le idee che ha voluto trasmettermi, non perché mi ha reso quello che sono. Ma perché è sempre stata qui anche se io non ho mai fatto nulla come lei voleva; ed anche perché oggi, nel giorno della sua festa, per la prima volta (credo) sono lontano da lei e vorrei regalarle la parola che non le ho mai detto: GRAZIE!

Buon Compleanno!

domenica 26 agosto 2018

panino porchetta e formaggio

[n.26]
Agosto, calendario in mano, volgeva ormai al termine e già da qualche giorno l'estate sembrava aver chiuso i battenti, lasciando spazio in clamoroso anticipo ad un autunno decisamente inaspettato; Il paesino viveva gli ultimi sussulti estivi, con gli eventi di maggior richiamo e le ultime feste paesane; lui negli ultimi giorni era stato superimpegnato, sballottato a destra e a manca con una gamba e mezza e con un livello di stress fisico e mentale che faceva invidia ad un imprenditore a capo di un'azienda con migliaia di dipendenti; da prima del mio weekend ferragostano non avevamo avuto l'occasione di rivederci e parlare a quattrocchi come eravamo soliti fare, addirittura non eravamo riusciti ad avere il modo di parlare dei suoi ultimi scritti, quelli che mi aveva fatto recapitare a casa come pezzi di posta qualsiasi. La mattina del 26 agosto riuscimmo a trovare un momento per rivederci, appuntamento alle 11 al bar di sempre, la casa da cui ti allontani ma poi, alla fine, non puoi fare a meno di tornare ad abitare.
Granita a mandorla con caffè freddo per lui, al cioccolato con doppia panna per me.
* come procede la situazione??ci siamo un po persi di vista, anche se, come ho visto, quando hai 5 minuti ti ricordi di me e mi fai trovare dei regalini inaspettati come le bollette della luce...
# mamma quanta simpatìa...come vuoi che vada??? ormai da più di dieci giorni sta vivendo una vita senza soste; è vero che l'estate ti porta ad essere sballato e sballottato, orari indecenti e mai uguali nei vari giorni, alimentazione scorretta, a volte continua e spesso priva di sensi logici; la casa come albergo e i genitori come camerieri, e il resto dei parenti come trasferiti a migliaia di km di distanza...non sai quanta voglia ho di stare un po a casa, in orari normali e senza rumori, per rilassarmi "fooorse" un po, e riposarmi soprattutto. Questi di stamattina sono i primi momenti, ormai da settimane a questa parte, in cui sono col motore un po al minimo; sono stato fuori giri per troppi giorni di fila, vedevo addirittura il fumo bianco dal motore qualche sera fà...
* ma si era notato sai, l'ho visto anch'io il tuo pessimo stato sotto questo punto di vista; e con lei???
# lei è stata la medicina che mi ha alleviato i dolori; il calmante che ho preso nel giorno di maggior stress, l'antidoto che mi ha ripulito da piccole tracce di veleno. Qualche sera fa, quando qui aleggiava la storia di un fantasma siciliano in mezzo a pioggia e fulmini, lei ha deciso di rapirmi e portarmi di nuovo un po nel suo mondo, quel solito mondo fatto di contraddizioni, di considerazioni disparate sull'uomo e la donna, sulla mamma e il papà, di sorrisi, di quei sorrisi belli da vedere e di cui mi ha fatto innamorare; una serata cominciata nel rischio di essere inghiottiti dalle sabbie mobili, continuata in mezzo a odori e sapori del classico paninaro di strada, e conclusa con quei suoi passi spediti e cadenzati dirigersi verso casa illuminati da fulmini in lontananza che si susseguivano a cadenza regolare ogni 2 secondi. E' un continuo vulcano in eruzione Lei, ha una potenza che l'Etna in confronto è un piccolino di 5 mesi; la sua lava non brucia, avvolge, mentre a me, mi manda in un'altra dimensione. Mi mancava vederle mangiare un po di cibo da strada, e ho visto dei particolari tutti suoi nella sua normalità; la mozzarella che filava, il modo di pulirsi la bocca, la lingua a ruotare fuori e dentro le labbra, quei sorsi ripetuti alla sua immancabile acqua frizzante; perchè sta ragazza è tutto e il contrario di tutto??? lei è un mondo pieno di se, è un mondo bello coinvolgente e travolgente, ma le serve sempre qualcosa a cui appigliarsi per non cadere nel vuoto; è l'unicità e la perfezione, e ne sono testimoni gli specchi di casa sua e il suo cervello, quel cervello che gioca ad annebbiarle la capacità di auto-discernimento, facendola sentire a volte avvolta o intrappolata in degli assurdi segnali di inadeguatezza. Lei è vita, vivacità e strepitoso catalogo di conoscenze, nonostante ancora la legge le impedisce anche solo di guidare un'auto; è un pozzo d'acqua magica in cui spesso mi permette di bagnare gli occhi e le orecchie, e dagli occhi e dalle orecchie, da ciò che mi fa vedere e sentire, mi fa guarire e dimenticare; a volte precipitosa ma mai banale, e spesso tanto ma tanto umana da dimenticare le chiavi di casa e preoccuparsi fino all'inverosimile di dover suonare alla porta a notte inoltrata; ma questo lo noti solo sei sei un bravo osservatore, o meglio, se sai come e dove osservarla: non si mostrerà mai sofferente agli occhi di uno qualsiasi, non tradirà mai il suo essere tenente colonnello, non ti dirà mai che le da noia suonare il campanello alle 3 di notte, ma è umana cazzo, è di un'umanità terrificante e se la guardi in uno di quei 3000 colori degli occhi o nel modo di usare le guance, capirai qual'è la sua verità. Non sono riuscito a saltare soltanto l'ultimo muro, avrà un punto debole, ma il mio occhio ancora non è arrivato a fondo; la curiosità di saperlo, la sua paura nell'esporlo o nel farlo comunque trasparire mi smuove il fegato, è la curiosità più grande che forse mi è rimasta di Lei. E poi ha 2 labbra, che fondamentalmente c'entrano poco col discorso che ti stavo facendo, ma che sono realmente il mio punto debole.
Mi ha fatto talmente bene quella sera che nei giorni successivi è come se avessi sognato di rivederla di nuovo; si ripensandoci era un sogno, siamo ad agosto, e lei era imbacuccata come se fosse inverno; si si, era un sogno, sicuro. Però era molto reale a dire il vero, perchè anche lì lei era la solita di sempre, con quella sua capacità di colpire al momento opportuno i miei punti deboli; io non sono come lei, io ne ho tanti e tu immagino li conosci quasi tutti; lei è formidabile in questo, si stupisce quando io trovo qualcosa di lei in lei, però lei ha già capito tutto di me e colpisce al momento esatto; le leggende metropolitane sui suoi baci e i suoi dubbi estetici nascosti nei riferimenti a questo o quel vestito: lei sa cosa mi fa impazzire di lei, lei sa quando è il momento esatto, lei sa quando mettere benzina.
E' la medicina, quella con la M maiuscola.
* quando me lo dirai chi è??? quel libro l'hai finito???
# mi appiglio al caso sai...se fosse per me, non scriverei mai la fine. Il 27° è già pronto da tempo, ma non voglio trascriverlo al pc; lasciarlo scritto a penna, per adesso, mi fa stare sereno, è come se lasciassi in sospeso qualcosa nell'attesa che il caso mi dia altro da aggiungere. Ti ho detto che ancora una sua visione a 360 gradi non ce l'ho...la fine non può essere fine quando ancora hai cose da  scoprire, conoscere, capire. Non so cosa mi riserverà il caso, intanto cerco di godermi quello che ho. E ti assicuro che la cosa che voglio di più per adesso è chiudere le mie serate con 10 minuti di sua compagnia, aspettare la sua "conferma" è la stessa sensazione che hai quando aspetti che la pasta sia cotta quando hai una fame da morire. La mia medicina e il mio pasto notturno da fame chimica.
Non ci crederai quando saprai chi è; spesso ti gira intorno, e ancora stai qui a chiedermi quando ti svelerò il mistero: caro mio le cose belle non stanno nascoste! la luce, in mezzo al buio, la vedi in un attimo...guardati bene attorno porca puzzola...
La granita si sta sciogliendo...annacamunimangiamunilla!!

domenica 19 agosto 2018

la Principessa col fucile

[n.25]
Passai il mio ferragosto lontano dal paesino; scelsi di andare con i miei per un paio di giorni in cui decisi di staccare da storie non mie e da pensieri personali (ma questa è tutta un'altra storia). Rientrai venerdì 17, e nonostante sia una data vista da molti come un qualcosa di negativo, io le trovai qualcosa di positivo: al ritorno a casa, nella cassetta delle lettere l'ennesima traccia di questa strana storia; così come ci eravamo lasciati qualche giorno prima della mia partenza, con un foglio scritto da lui ritrovato in mezzo alla posta, allo stesso modo mi diede il "bentornato", come a volermi ricordare di rimettermi in carreggiata, o semplicemente di non perdere il filo.
"[il pezzo è una continuazione di quello che ti ho fatto avere qualche giorno fa, devo solo trovare una frase o comunque un qualcosa per legarli in modo perfetto]
Siamo spesso vittime e carnefici di noi stessi; le nostre idee, le nostre voglie, le nostre passioni ci donano contemporaneamente acqua e sali per crescere e cicuta per farci morire piano piano, dandoci il tempo di gustarci, nel bene e nel male, entrambi i momenti. Negli ultimi giorni il dubbio sul continuare o fermarmi mi ha completamente sopraffatto; sono già diverse notti che non riesco ad essere deciso, e se considero che da un anno a questa parte riesco ad essere lucido solo di notte, significa che sto messo discretamente male. Nei giorni scorsi, ho vissuto in uno stato di eccitazione dolorosa, di gioia imbronciata, di felicità puttana; come se avessi una voglia irrefrenabile di vivere qualcosa che è diventata come un groppo in gola dalle dimensioni di un grattacielo; ho dubitato e dubito se continuare o no perchè all'immensa voglia di parlare di lei, di descriverla, di mostrarla mi si è contrapposto il pensiero di non farlo più, per tenermela tutta per me; non voglio lasciare il libro aperto, non voglio lasciare i contenuti liberi a tutti: chi lo comprerà, la sua comprensione se la dovrà sudare; il problema di fondo è che non riesco a percepire quale delle 2 strade sia quella da percorrere e quale da accantonare; e come se non bastasse, ad aumentare il caos si è aggiunto un sogno fatto una di queste notti; c'era lei, nel suo massimo splendore, con quel rossetto talmente rosso che luccicava a km e km di distanza; camminava per le vie di una cittadina a me sconosciuta, ma ad ogni passo veniva fermata e ammirata da chiunque la vedesse, vecchi e giovani, potenti o semplici bambini, ambulanti e giocolieri di strada; e io ero sempre lì, vicino a lei ma mai tanto accanto da poter urlare, a chiunque la fermasse, che lei è la miglior cosa che il destino potesse avergli fatto vedere quel giorno; e mi bruciava non poterlo fare, e ripetevo tra me e me che quello doveva essere il "MiRodeIlCuloDay".
Lei aveva vinto anche stavolta, aveva deciso per lei e aveva vinto; per l'ennesima volta era riuscita ad andare oltre i miei desideri, forse addirittura contro i miei desideri, come se fosse riuscita a trasformare il mio sogno in un incubo; ancora una volta, come sempre, mi aveva dato uno schiaffo mascherandomi il dolore con l'ondata di quel profumo che solo la sua pelle ha. Le mie gambe poco funzionanti mi portavano a stare la, a distanza di sicurezza, nonostante la mia testa avesse deciso di spegnere l'interruttore per quel giorno. Tra gli sbuffi e i lamenti, di quel giorno e di quel sogno ricorderò soltanto i sorrisi che di tanto in tanto mi faceva: li ricorderò perchè, e me ne vanto, erano gli unici veri; era quel sorriso bello, non eccessivo ne barbaro, spesso accennato e quasi sempre dolce; con la bocca chiusa da quelle labbra rosso fuoco, con le guance a mostrare una leggera timidezza e con la destra un po più rialzata; e con quegli occhi che a bassa voce mi dicevano "tieni, questo è per te; so che ti piace e ti rende felice: prendilo". Il quel sogno lei era come una principessa con una pietra preziosa color arancio (quale altro colore se non quello dei capelli di cui mi ero innamorato) al collo e un fucile in mano: ogni dieci colpi che mi assestava, mi dava un sorso di quel sorriso che faceva da antidoto, guarendomi all'istante e concedendomi di rimettermi in piedi per assestarmi altri 10 colpi.
Aveva vinto ancora. E da quel sogno, che considerandolo bene era in realtà un incubo, lei ne uscì da vera principessa e io da povero suddito mendicante, innamorato perso della sua dama senza la benchè minima possibilità di poter essere ascoltato.
La fine ipotetica di questo libro si avvicina, e me ne rendo conto dal fatto che vedo il caso e il tempo che ultimamente vanno mano per la mano. E' come se in questo lungo periodo io avessi lavorato per aprire il guscio, e adesso, con l'avvicinarsi del 27° e di miliardi di circostanze contigue, lei è pronta a volare via...da me."

lunedì 13 agosto 2018

le realtà dei fatti

[n.24]
"L'idea dei 27 capitoli forse mi sta fregando un po; mi fotte in parole povere; sento il peso di dover finire, ma in realtà non vorrei farlo; da un lato vorrei continuare a farla conoscere al mondo intero, vorrei far in modo che chiunque la veda possa riconoscerla per come si presenta realmente e possa averne in mente i pregi e le qualità che ha ma che non mostra; da un altro la gelosia mi porta a pensare che è meglio giungere alla fine, è meglio non svelare il piatto altrimenti tutti si azzuffano per cibarsene; ed è un po quello che vedo nella realtà, noto che la gente finalmente si accorge di lei, noto che la gente finalmente la avvicina, comincia a cercare qualche contatto, noto che la gente vede quanto è bella e di conseguenza comincia a metterla in mostra, nonostante le sue assurde convinzioni di non essere all'altezza; assurde e prive di senso, aggiungerei, ma lei è convinta che "sai la realtà dei fatti To" intendendo la sua realtà dei fatti; si è vero che sono di parte, ma se piano piano vedo gli occhi anche degli sconosciuti che si posano su di lei, allora la realtà è vero che la so, ma non è la sua. Mi piacerebbe che tutti la vedessero come la vedo io, che tutti guardassero oltre quegli occhi di mille colori, oltre quelle labbra e quel neo nell'avambraccio destro; mi piacerebbe che si innamorassero del suo eterno conflitto, delle sue lune storte, dei suoi momenti di indecifrabilità, delle sue scappatelle a volte rare e fragorose come i temporali estivi; o forse no: mi piacerebbe che chiunque si innamorasse di lei lo facesse perchè avrà scoperto sempre qualcosa di nuovo; se fosse possibile mi piacerebbe che ognuno si innamorasse di una lei diversa: e con questo non intendo che lei ha mille personalità diverse, voglio semplicemente dire che lei è talmente tanto messo insieme che bastano piccole parti per fare innamorare chiunque; mi piacerebbe che fosse esattamente come la mia storia: io mi innamoro di lei ogni volta che posso starLe in contatto, e ogni volta mi innamoro di una lei diversa, di una lei nuova, di una lei che ho conosciuto in quel momento. E insieme a tutto questo vorrei che anche lei si innamorasse di lei, il giusto; beh lei lo è, senza dubbio, ma non fino in fondo.
La vicinanza del numero 27 mi mette un po di ansia e probabilmente mi porta ad avere un po di confusione in mente, ma con l'assurda certezza che tutto sto marasma ruota intorno a quella straordinaria figura di ragazzina dai lineamenti pronunciati, proprio come tutto ruotava attorno alla dama di corte."
Questo è uno degli ultimi capitoli del suo ipotetico libro a quanto posso aver capito dalle linee iniziali; me lo fece recapitare qualche giorno prima di ferragosto, così a sorpresa; nelle sere precedenti gli chiesi spesso a che punto fosse e lui mi disse che era fermo, che aveva beccato una pietra per strada e aveva forato una gomma, percui non poteva continuare per il momento; immaginavo fosse tutto una specie di metafora, ma a quanto pare immagino abbia forato e sia stato avvolto nella nebbia...

mercoledì 1 agosto 2018

arte & sensibilità

[n.23]
L'indomani sera fu veramente come aveva predetto lui: grandi quantità di birra e patatine, ma non restammo nemmeno un attimo da soli per poter avere l'opportunità di chiedergli qualcosa sul messaggio che mi aveva mandato; dal canto suo, lui mostrava una certa tranquillità, anche se avevo ormai imparato a leggergli gli occhi, e non erano tutti rose e fiori. La serata proseguì senza grossi sussulti, e così proseguirono tante altre serate successive; era sempre in mezzo a noi, nessuna scappatella, nessuna stranezza di quelle classiche che mi procuravano curiosità, niente. Calma piatta, apparente forse, ma calma. La situazione si trascinò su questa riga per almeno 10 giorni, durante i quali riuscimmo ad andare a mare, a organizzare diversi pranzi in campagna, a passarci serate a bere senza soluzioni di continuità e a goderci la prima grossa festa paesana; in tutto ciò lui fu la persona più normale di questo mondo, e se devo essere sincero, in qualche piccolo momento con poca lucidità pensai che mi fossi inventato tutto...
Furono le prime ore di agosto a riportarmi alla "normalità": tornavo da un compleanno, una specie di maratona alimentare durata 2 giorni (ma non sto a spiegare i dettagli, quella è tutta un'altra storia) e la curiosità, prima di rientrare a casa,  mi portò a passare nella zona di casa sua e casualmente lo beccai davanti il suo garage, intento a rientrare la macchina di suo padre. Attesi che completasse le operazioni e abbassai il finestrino:
* anche quando fuori non c'è niente e nessuno fate sempre le 2.30...ti sei ubriacato anche stasera???
# premesso che non dovrei parlare con uno che si presenta alle 2.30 di notte con la camicia piena di goccioline di sugo, presumo di gamberoni...un giro, una sigaretta e poi mi riporti a casa, ok????
Salì in macchina e le sue uniche parole furono "scendi al santuario, mi piace fumarmi là l'ultima sigaretta prima di andare a dormire quando passo serate come questa"... e non aggiunse altro fino a che scendemmo dalla macchina.
 # stasera è stato un ritorno alla normalità; avevo voglia e quasi necessità di sentire di nuovo quel profumo; è stata una serata diversa perchè concentrarsi sui particolari è stato molto più impegnativo del solito; niente 3000 cose diverse stasera, niente sole/luna, niente cose banali; nella sua parziale debolezza con una voce un po meno da generale, con un sorriso ancor più bello e perfetto interrotto molto spesso da colpetti di tosse è riuscita lo stesso a tenere banco, a tenermi in scacco, a tenermi la, a rapirmi. E' travolgente questa qua, anche quando il suo motore è troppo sotto i giri normali; non aveva modo di difendersi stasera, fisicamente non aveva la giusta forza e ciò si ripercuoteva nella sua mente, ma il suo essere "oltre" ciò che a noi qui sembra normale le ha permesso di difendersi attaccando; è umana, ha dei piccoli lati deboli, delle piccole sofferenze; non mi ha mostrato quello che voglio sapere per chiudere il cerchio su di lei, ma è riuscita a mostrarmi un qualcosa che le da ansia dimostrandomi di conoscere genesi, limiti e antidoti; non aveva la "guardia alta" e la sua vulnerabilità apparente ha fatto si che potesse far trasparire un grande grado di sensibilità, che le altre volte aveva tenuto a bada, perchè più lucida forse o perchè semplicemente inconsciamente o inconsapevolmente era destino che uscisse fuori stasera. Spiccata sensibilità, che noi non ci aspetteremo da chi è come lei, ma ti assicuro che lei va oltre chi è come lei e forse va anche oltre molti che sono come noi. E poi gli occhioni lucidi e deboli che ti guardano spalancati per farti capire certi suoi pensieri, i gesti e gli sguardi un attimo buttati nel vuoto per spiegarsi e uscire con nonchalance da concetti apparentemente contorti, e quel movimento assurdo per quel modo assurdo di spostarsi i capelli lasciando libero il profilo sinistro. Se ci fosse una scala di valori per definire quanto una persona può essere la preferita, ti assicuro che sarei capace di aggiornarla ogni santa volta verso i valori più alti... insomma, è sempre la mia preferita.
Caro mio, ciascuno di noi è un artista, ciascuno di noi è capace di eccellere o semplicemente di essere se stesso in modo eccellente in qualche campo: lei, beh, lei è arte; lei è una statua dalle forme perfette fatta con i fazzolettini di carta ahahahaha... a parte la battuta, lei è l'assurdo probabile astratto che però si palesa davanti ai tuoi occhi in tutta la sua dirompente realtà. E potrei dirti miliardi di altre cose e belle parole che mi suscita ogni volta, potrei dirti quanto già mi manca la sua vicinanza appena fa quel terzo passo che la porta a ridosso della porta di casa, potrei dirti non so quanto altro perchè lei è "tanto" e forse "troppo" messo tutto insieme, te lo lascio immaginare...
* certo che sei proprio andato tu...
# già...andato...andiamo a casa piuttosto, dai su...magari becchiamo qualche traccia per strada...fò, amunì!!"
Ennesima descrizione di una sua bella serata, vorrei tanto beccarla una persona del genere. Ma poi, perchè avremmo dovuto beccare qualche traccia???? cosa avrà voluto dire???

venerdì 20 luglio 2018

allucinazioni vere e realtà inventate

[n.22]
L'indomani arrivò la doccia fredda: la diagnosi degli esami al ginocchio era molto più negativa del previsto; passò diversi giorni emotivamente pessimi, e so per certo, conoscendolo, che ancora non l'ha digerita; il sabato di quella stessa settimana, appena sveglio, accessi il telefono e trovai un suo messaggio; io sarei stato lontano dal paesino per qualche giorno e sarei tornato alla base sabato pomeriggio, impegni familiari. La sorpresa non fece altro che alimentare la mia voglia di ritorno alla base:
"Hey; difficilmente scrivo a qualche amico a quest'ora della notte e ti chiedo scusa se il tuo sabato comincerà con le mie paranoie...so che tu sei ormai appassionato alla storia, e volevo confidare a te un qualcosa che forse ti aiuterà a capire altro, e allo stesso tempo aiuterà me a memorizzarlo bene in mente. I luoghi del gioiello sono come me li ha sempre descritti; il divanetto un paio di metri davanti la tv poco prima di entrare nell'angolo cucina; quadri appesi sui muri, qualche foto di famiglia; un paio di occhialini con montatura rossa poggiati su una superficie in marmo che sovrasta un piccolo muretto posto di spalle al divanetto. accanto alla tv, un caminetto ornato da qualche souvenir, uno da Atene su tutti; ho immaginato il suo odore, dal primo gradino fino all'ultimo centimetro esterno del balcone; ho immaginato di vederla muoversi con scioltezza nei suoi spazi, aprire il frigo, prendere l'acqua, i piatti, le posate, tagliarsi la solita mozzarella o qualche pomodoro; bere mentre guarda il telefono, guardare il telefono mentre azzanna con feroce dolcezza la fetta biscottata, si perchè una fetta di pane può risultare pesante da smaltire e può alterare quelle forme che io vedo perfette ma che lei vede andare oltre, ma questa è tutta un'altra storia. L'ho immaginata parlare a bocca piena, e poi accorgersene e mettere la mano davanti; deglutire con forza e spalancare gli occhi davanti a qualche stupidata culinaria vista davanti a lei; accennare la parole di qualche canzone moderna, e parlare con qualcuno li, mostrando spizzichi del suo ego, gesticolando e facendo quei suoi soliti movimenti con la testa, rapidi, per girarsi da un lato all'altro per poi ritornare ai nastri di partenza; l'ho immaginata pulirsi il muso dopo aver divorato un pezzo di carne non prima di averle tolto un pizzico di grasso; l'ho immaginata sorpresa a qualche battuta di chi porta il suo stesso sangue; l'ho immaginata alzare lo sguardo verso di me, accorgersi che il mio era già su di lei, e girarsi di botto dall'altro lato; l'ho immaginata passarmi e spassarmi accanto, sedersi accanto; ho immaginato quel suo odore, finalmente l'avevo ritrovato; ho immaginato i suoi sorrisi, quei sorrisi diversi, quelli normali che riserva a tutti, e quelli un po arrossiti, con la lingua tra i denti, che riserva solo a chi la osserva, e mi sono sentito, ancora una volta, un privilegiato. A volte tutte ste cose che ho immaginato, mi sono sembrate talmente vere che ho pensato di viverle realmente. Ma più scrollavo la testa, più tornavo qui, nella mia stanza, seduto su una sedia, gamba destra distesa e poggiata su un altra sedia con la borsa del ghiaccio sul ginocchio. Credo di avere le allucinazioni stasera. Non ricordo cosa ho fatto tutta la seconda parte del giorno, ho immaginato o ho vissuto???
Il ginocchio lo piego un po di più da oggi, posso camminare discretamente bene anche se ci vuole un bel restauro. Non dirmi nulla dopo che leggerai sto messaggio, non pensare che sono ubriaco.
Ci rivediamo domani sera, birra patatine e sei libero di dirmi ciò che vuoi. ciao!!"
"Questo e pazzo" pensai, ma assecondai la sua richiesta. Nessuna risposta...

"conseguenza & scelta"

[n.21]
Sapevo che Cristiano non fosse tra i suoi preferiti, a lui piacciono quelli bravi e silenziosi, quelli che farebbero volentieri a meno delle luci dei riflettori; insomma lui era un Messiano; ma si trattava di uno dei due più forti al mondo che avrebbe giocato per la sua Vecchia Signora, non se lo sarebbe perso. Erano le 16.30 quando mi presentai a casa sua: avevo voglia di leggere quell'altro pezzo che mi aveva pubblicizzato qualche sera prima; portai con me un superpacco di Rustiche, così, per rubargli un sorriso appena mi avrebbe aperto la porta.
Ci sedemmo in camera sua; mi raccontò come procedeva la sua riabilitazione, a rilento a dire il vero. Mi disse che a giorni avrebbe fatto finalmente una risonanza, anche se immaginava cosa avesse e che fosse qualcosa di lieve, ma per fugare ogni dubbio si era deciso a farsi vedere; finalmente aggiungerei. Io andai subito al dunque; avevo una voglia matta di scoprire altro sulla famosa ragazza-gioiello; Gli dissi "guarda va, fammi leggere quel pezzo che mi avevi promesso, così poi siamo liberi di vedere tutta la presentazione di Cristiano, con il pre e il post, così te lo studi un po". "C'è poco da studiare sai, dovrei solo cominciare ad abituarmi all'idea di sentirlo parlare sempre con quei colori addosso; probabilmente da quest'anno più che mai spegnerò la tv al triplice fischio, così vedo e sento solo quello che succede dentro il campo, Le tribune televisive, i discorsi da bar, me ne fotterò le palle...scusami." Notavo ancora qualche segno di sofferenza nei suoi occhi, ma non feci in tempo a scrutarlo ancora un po che mi diede un altro foglietto dei suoi; era il pezzo che mi aveva promesso. "Tieni, leggi; ogni promessa è un debito..."
"La scelta di stare lontani, il giusto, da tutti per non innamorarmi di nessuno è l'ennesima scelta dettata dalla testa, da quella testa che tiene sotto scacco il cuore; se è vero che non puoi porre limiti al caso e al destino, puoi però in qualche modo cercare di evitare che ti mettano il bastone tra le ruote. La prospettiva futura di andare via dalla mia terra per cercare fortuna altrove già mi metteva il groppo in gola, lasciare gli affetti non è mai una cosa semplice; e la sola idea di trovare un'altra persona che mi facesse da seconda casa e da cui, per forze maggiori, mi sarei dovuto allontanare e che avrei dovuto mettere da parte mi faceva stare poco sereno; essermi innamorato di lei però, è un qualcosa che esula da tutto questo; forse ci sono amori di serie A e di serie B, amori più forti e amori più deboli, amori fatti di baci e amori fatti di sesso e "ciao come stai"; essermi innamorato di Lei è un concetto a parte; la verità di fondo è che io sono stato sempre innamorato di Lei, probabilmente dalla prima volta che mi sono soffermato ad osservarla; e credo siano passati molti anni ormai. Un amore particolare, un amore diverso: un amore che sa di esserci, ma che sa di non poterci essere, o di non doverci essere. Come il mio amore per Emily Ratajkovski, cioè l'amore per una persona che sai di non poter avere mai al tuo fianco; con lei è così, con una piccola variante, che rende forse tutto più bello, più magnifico, più assurdo: lei c'è, posso tenermela accanto, posso sentirne l'odore, posso guardarne da vicino le sfumature. Immagino che sarebbe stata una di quelle da ammirare a distanza se solo quella sera il caso non mi avesse giocato a fianco.
Innamorarmene è stata una conseguenza, e per certi versi anche una scelta. Ti concentri su una persona, cerchi di studiarla, di capirla; impari qualcosa di lei, impari ad aprire orizzonti che pensavi la società non ti avesse imposto, impari a capire emozioni, sensazioni, discussioni e concetti di cui non ti era mai interessata una mazza; impari ad apprezzare modi e comportamenti opposti ai tuoi, impari a calarti in situazioni che non pensavi potessero fare al caso tuo; impari. Mi sono ritrovato a cavalcare cavalli che portavano in grembo emozioni contrastanti, mi sono ritrovato a saltare da un cavallo all'altro, ho imparato a tenerli a bada tutti...o quasi. E come conseguenza, me ne sono innamorato, perchè tutte queste cose, questo mix, questo intruglio è fatto talmente bene, è talmente armonioso, che mi piace troppo. Innamorarmi credo sia stata anche una scelta. Perchè posso volere, ma non chiedo e non posso pretendere; perchè forse sarà meno doloroso, un giorno, allontanarsi fisicamente; perchè anche lei, forse prima di me, si allontanerà fisicamente. Perchè lei ce l'ho dentro, manca solo qualche piccolo tassello, e poi potrò dire con assoluta convinzione, che ovunque andrò la porterò con me. Il mio essermi innamorato di lei è particolare, forse a tratti completamente incomprensibile; e probabilmente non basteranno righe e righe per riuscire a spiegarlo, sia perchè è difficile farlo sia perchè difficilmente chi legge capirebbe. Non sono uno scrittore maledetto, cupo e incomprensibile; sono un inguaribile romantico che per adesso tiene molto bene a bada il cuore, che si morde il fegato per "ciò che sarebbe potuto essere sè e solo sè...", che guarda odora e ascolta più di un qualsiasi normale essere umano, che per ragionare in questa storia ha scelto solo la testa, che ha trovato il "gioiello impossibile", si è bruciato e se ne è innamorato."
Io leggevo e lui divorava le sue amate patatine, con nel viso un misto di soddisfazione e curiosità.
Dopo tutto questo tempo, non sono ancora riuscito a capire quali sono o qual è il motivo che rende tutto impossibile; cercai di estorcergli di più quel pomeriggio, ma non riuscì a cavargli dalla bocca altre parole in merito. Poi cominciò il collegamento con lo Juventus Stadium, e i miei tentativi si interruppero bruscamente: non credo ci sia gioiello al mondo che possa allontanarlo dalla Vecchia Signora...

domenica 15 luglio 2018

"Tak"

[n.20]
Il giorno dopo rilessi quel pezzo un sacco di volte ma ancora oggi, a distanza di diversi giorni, non sono riuscito a contestualizzare gli eventi, se non il famoso giorno del matrimonio, il giorno da cui, come dice lui, cominciò tutto. Ma tutto ciò mi ha fatto tornare quella curiosità quasi maniacale, ossessiva e compulsiva. Nelle sere successive lo osservai anche più del dovuto, cercai di scrutarne ogni piccola deformazione umorale, ma non riuscì a carpire altro. Venerdì sera uscì tardi e a sorpresa, non lo vidi in giro, e cominciai ad avere i rimorsi di coscienza: invece di stare a casa a leggere dopo cena, sarei dovuto uscire presto; il libro mi avrebbe atteso prima di andare a letto. Cercai notizie dagli altri ma nessuno sapeva; la macchina non era sotto casa: chissà dov'era. 
La mia serata andò via così, con un occhio alla strada nell'attesa di vederlo passare e un occhio alle persone che vedevo in giro, cercando di capire chi potesse mancare oltre lui. Il fatto è che non mancava nessuno, dai bambini, ai ragazzini, ai ragazzi agli adulti; nessuno mancava; i soliti, eravamo tutti lì, come sempre.
Alle 2 e mezzo, così dal nulla, si materializzò. Scese dalla macchina, con mezza zoppìa e con la sigaretta in bocca, come se il suo seguire Tommaso Paradiso lo avesse completamente reso un adulatore integerrimo. Aveva un'aria strana, tra il sorpreso, lo stanco e il sorridente. Salutò tutti, pacche sulle spalle e carezze e si inserì subito nei discorsi che stavamo facendo. Mangiò il classico pacco di "rustiche", per lui ormai routine ad una certa ora della notte, e si venne a sedere accanto a me.
* sono stanco ma non mi voglio ritirare; a casa fa caldo, e poi so di certo che non dormirei...
"che hai fatto stasera??" dissi; lui mi prese il braccio, e zoppo per com'era mi trascinò qualche metro più in la
* non vedevo una persona da tempo, e per certi versi ne avevo anche bisogno. Ho passato una bellissima serata, di quelle che fa caldo e cerchi di sentirne di più, di quelle che la risata è solo uno dei contorni, di quelle che quando poi ci ripensi dici "ne è valsa la pena". Però poi due parole e la voglia di sentire quello stesso odore che ti frulla in testa nonostante sei immerso in altri odori e sono scappato. Stasera quell'odore era diverso, nel senso che era più forte forse, insomma si sentiva di più; probabilmente i miei sensi erano più sviluppati, captavano di più, non erano sazi. Era più rilassante del solito e contemporaneamente faceva tremare i muri; il "tak" delle spalline mi rimbomba ancora in testa, come quello sguardo, su richiesta, poco prima della chiusura dell'incontro; come il suo incedere col rumore dei sandali che ancora vedo e sento se guardo lo specchietto retrovisore. Il mio diavoletto, quello di cui parlo in quel pezzo che ti ho fatto leggere, aveva stravinto stasera, e pretendeva di continuare a farlo perchè forse si sentiva sicuro; ho faticato per batterlo; 5 camicie, non 7, ma ce l'ho fatta. A volte certe cose, certi sguardi, certi gesti, certe parole, certi odori, sembra come riscoprirli da zero; ma sono sempre quelli; a volte ciò che vedi e senti in 5 minuti, anche se è già sentito e già visto, ti resta più di tutto ciò che c'è stato. Stasera sono stato io cielo e terra, o sole e luna, e adesso, a quest'ora, a bocce ferme, ti dico che di stasera, preferisco l'odore del gioiello che il sapore della cena.
Volevo dirlo a qualcuno, e chi meglio di te...adesso vado, metto un po di ghiaccio al ginocchio se no poi faccio tardissimo; domani vado a mare con peppe, se non dovessimo vederci, ti dico già da ora vieni lunedì pomeriggio, guardiamo la presentazione di Cristiano alla Juve in tv e così ti faccio leggere qualche altro pezzo che ho scritto. Saluto gli altri e vado. Ciao!!
Salutò con molta tranquillità, come se realmente passasse da sole a luna in un amen, e andò a casa. Credo di capire a cosa si riferisse con cena e gioiello: quest'ultimo, il mio grande dilemma; la cena, beh, un tempo erano abbuffate che lo rendevano felice, adesso avrà sicuramente cambiato dieta...o gusti...

martedì 10 luglio 2018

i "tre inizi"

[n.19]
Mi ero promesso di andare a fargli visita a casa, il rispetto di un amico viene prima di tutto, e se lo meritava. Quella sera il modo in cui se n'era andato mi aveva lasciato con l'amaro in bocca, e per di più, l'indomani, venerdì, non avevo avuto l'occasione di rivederlo, per cui decisi di andarlo a trovare sabato pomeriggio. Mi presentai a casa sua con un bel vassoio di cannoli alla ricotta, almeno così ero sicuro di strappargli un gran bel sorriso. Mi raccontò un po come si era fatto male, con molta lucidità, come sempre del resto, mi fece capire che era tutta colpa sua perchè nonostante sapesse che forzando un po si sarebbe nuovamente fatto male, luì, forzò la mano ugualmente, "ma furono tanti i motivi e poi ne avevo troppa voglia" mi disse. Lo ammiravo per questa sua capacità di essere sempre lucido, in ogni cosa; magari qualche volta converrebbe non esserlo, converrebbe essere istintivi o comunque poco razionali, ma lui in questi ultimi anni ha sposato questo modo di fare e nonostante avesse avuto nel tempo qualche rimorso, si comportava sempre seguendo questa linea.
*Ti ricordi qualche settimana fa, quando ti dissi che avevo in mente di scrivere un qualcosa, un racconto, una storia divisa in 27 capitoli, in cui racconto un po quello che sto vivendo??
Stavamo guardando e commentando un po le foto che aveva appese in camera e se ne usci un po a sorpresa e un po fuori-luogo, con questa domanda. Risposi "Si certo. Ricordo che mi avevi anche fatto leggere un piccolo pezzo che però non sapevi come inserire..."
* Si si...bene. Sai, ho già scritto tanto, mi manca poco per arrivare al "capitolo 20"; mi ci sto impegnando, la fonte mi ispira bene nonostante tutto. Adesso ti faccio leggere il primo capitolo; ne avevo stampato 2 copie, te l'avrei dato una di queste sere...sfrutto così l'occasione che sei qui, e te lo do adesso. Devo ancora preparare una piccola introduzione al racconto, ma credo sia normale che questa venga partorita a lavoro finito. Tieni leggilo. Il racconto comincia così:
"Certe storie succedono davvero. Certi momenti si vivono davvero. Questo è il racconto più assurdo e bizzarro che forse sia mai stato raccontato, assurdo e bizzarro come potrebbe essere il rapporto tra due persone che rappresentano due mondi opposti e che nella realtà si potrebbero incontrare solo se girando di fretta l'angolo della strada, e con direzioni opposte, andrebbero a sbattere l'una contro l'altro.
Tutto ebbe inizio anni fa, e di per sè questo è il punto più assurdo. Tutto ebbe inizio una sera d'estate, il 16 Luglio 2015 per essere precisi. Una sera di quelle passate a fare baldoria, con gli equilibri psico-fisici alterati dal cibo e dall'alcool; una serata ad oltrepassare i limiti, come è giusto che sia quando il tuo compagno di banco delle medie, del liceo e coinquilino negli anni universitari si sposa. Una serata di quelle che hai vissuto anni prima e che è sempre un piacere rivivere; una serata di quelle in cui se riesci un attimo a stare fermo e riesci a fissare una qualsiasi forma di orizzonte, lo vedi obliquo, sfuocato, scolorito. Per essere ancora più precisi, tutto iniziò con un like su instagram, un banalissimo like in effetti; un like arrivato, però, dopo le 3 del mattino, quell'orario quando un piccolo briciolo di lucidità comincia a fare a spallate con gli equilibri alterati per riprendersi il posto che gli spetta. Da quel like, inaspettato come un 30 e lode all'esame di genetica, in un amen la situazione precipitò; partì un messaggio, inutile, e forse anche stupido; ma ancor più inaspettata, come la neve in estate, arrivò la risposta. Da quella sera, non è assurdo dire che si creò una specie di rapporto; un rapporto che non era niente in realtà, un semplice scambio di battute ogni tanto, un rapporto che non doveva essere niente perchè era niente realmente. Tant'è che passarono un paio d'anni e tutt'ora non ricordo assolutamente nulla in merito. In questi anni ciascuno di noi ha avuto il suo da fare, le sue storie...ah, le storie, forse l'unico punto di unione: ritrovarci, una sera, seduti di fronte su due panchine, lei col suo ragazzo, io con una crépe e con accanto una che in fondo non è stata mai la mia ragazza. Vedi le casualità a volte che scherzi ti fanno, soprattutto quando vai a ritroso nel tempo e osservi bene ciò che prima non avevi neppure guardato...
Forse la mia capacità di rimuovere le cose, ha fatto si che insieme a quella mia pseudo-storia rimuovessi tutto ciò che mi è accaduto in quel periodo, come se fossi andato dal parrucchiere per farmi tagliare i capelli, e lui m'avesse tagliato capelli e testa. Ho rimosso tutto il contorno, e ho un vuoto. Non ricordo il come e il perchè, non ricordo come sono arrivato al punto di ricevere una foto, un selfie, di una ragazza bellissima, vestita di una maglia nera e luccicante, con una mano sotto il mento e i capelli legati con una coda che pendeva a destra. Non ricordo come l'assurdo si sia potuto manifestare così. Non ricordo il legame con quel messaggio e questa foto; adesso posso ammettere che quello probabilmente sia stato il secondo inizio di questa storia assurda e bizzarra; so solo che è sempre stato un mio pallino lei, e forse la spiegazione è che quel like è stato come una scintilla che mi ha fatto accendere la sua casella nella mia testa. Non fu la prima, quella foto, e non fu neanche l'ultima: ricordo quella col maglione blu extra-large, quella con gli occhiali intenti a studiare, quella col vestito nuovo da mettere alla prima "occasione", quella col parka, quella col rossetto rosso porpora che metteva in risalto le labbra rispetto al chiaro dei capelli del viso e del maglioncino; in fin dei conti, nell'assurdità era però un rapporto normale: nessun contatto reale, eccetto qualche sporadico momento dovuto ad alcune circostanze particolari, ma tutto virtuale, come se i pianeti non si riuscissero ad allineare per dar vita a un filo logico su cui far camminare il tutto. Un "rapporto" che così, durò fino ai primi giorni di Luglio 2018: da lì, il terzo inizio di questa famosa storia, assurda e pazzesca perchè presenta 3 inizi senza mai aver presentato una fine. 
Era una sera calda e umida, fuori c'era un sacco di gente, la musica dal palco in piazza rimbombava fin dentro casa mia; io uscì tardi quella sera, ero stato a giocare a calcio lontano da qui, e avevo voglia di sedermi e mettere un po un freno a quella frenesia che mi aveva travolto in quel periodo. Inaspettatamente arrivò una telefonata " dove sei?? perchè non scendi va e stai qui con noi, e porta qualcosa da bere..."
A volte non hai neanche il tempo di capire bene, di organizzarti, forse nemmeno il tempo di decidere; inconsciamente una parte di te ha già scelto e non puoi fare altro che accodarti, senza chiedere perchè, senza se e senza ma. Andai. 
Lei era lì, non era da sola, ma spiccava come Venere in un pienissimo cielo stellato d'estate. Indossava un paio di scarpette bianche, shorts e una canotta scura. Ad essere sincero ricordo che aveva dei piccoli vuoti di lucidità, come se qualcuno da qualche parte avesse deciso di chiudere il cerchio nel modo opposto rispetto a quello in cui lo aveva aperto. Fu la mia poca lucidità ad aprirlo, fu la sua a chiuderlo. Passammo diverse ore a parlare, parlammo di tutto e di più, e fu proprio quello che più mi colpì di lei: la possibilità di parlare di qualsiasi cosa e la sua padronanza nel parlare di qualsiasi cosa. Era un concentrato di energia che non perdeva mai colpi; parlava parlava e non stava ferma; quella sera penso di aver conosciuto tutte le posizioni possibili mediante le quali un essere vivente può stare seduto; la sua forza e la sua voce si mescolavano con il forte odore di rosmarino, con qualche nota musicale che, sfuocata, arrivava dalla piazza e con il rumore delle auto che sfrecciavano nella strada antistante. Teneva banco come il miglior professore dell'università di Harvard e io ascoltavo e ammiravo come se fossi lo studente modello, forse anche un po il secchione di turno. Mi piaceva, e più la guardavo più capivo di aver ragione. Era tutto assurdo però. Tutto. Passava il tempo e l'umidità si trasformava in leggero fresco, ma lei quella sera era tutto ciò che si potesse desiderare: accanto a lei il fresco non si sentiva. Rideva e si mordeva la lingua; parlando a manetta ogni tanto le se asciugavano le labbra, perciò le bagnava, spesso, con la lingua. L'avrei baciata. Una, due, dieci, cento volte...ma ogni volta l'angioletto sulla spalla destra batteva sul tempo il diavoletto sulla sinistra e mi faceva ragionare. Era tutto talmente bello e talmente assurdo e fuori luogo che lo ricordo come se fosse stato un attimo fa. La sua innocenza cozzava col suo essere donna e il mio angioletto faceva continuamente a cazzotti col diavoletto. I suoi discorsi, le sue mille posizioni scomode e poco durature e i miei duelli interiori durarono a lungo, si trasferirono in macchina e continuarono fino a notte fonda, fino a quando, ahimè, dovetti lasciarla sotto casa; si perchè nell'assurdità generale, erano da molto passate le 3 del mattino, e se per me non faceva alcuna differenza, per lei era decisamente tardi. 
Non riuscì a levarmi quella serata dalla testa, non ci riesco tutt'ora. Ogni volta che torno in quel posto rivedo le stesse cose, sento gli stessi rumori, gli stessi odori, e vedo lei seduta su quel tavolo bella come il gol di Del Piero nella semifinale mondiale alla Germania. 
Soltanto una cosa rimpiango di quella sera: "ma a parte tutto, tu sei realmente innamorato di me???"  - risposi che era tutto assurdo e che non avrebbe avuto senso e quindi la risposta era NO; in realtà, erano vere le motivazioni, ma la mia vera risposta sarebbe stata SI."
Rilessi quel pezzo un paio di volte, con lui che mi guardava e aspettava qualcosa da me. La sua espressione era un misto di soddisfazione e tristezza, come se fosse felice di aver fatto qualcosa di bello ma un qualcosa che provocasse in lui malinconia. Come se fosse bello ma irreale, o forse semplicemente passato.
"Ma è tutto vero??" chiesi.
* Si; direi che è anche abbastanza completo. Tu sei stato un po con me quella sera, tu sei stato un po con me per ciascuno dei tre inizi; se riordini un po la mente, vai a ritroso e leggi bene, capirai forse quando è stato...
# Si ma Lei??? pensavo lo dicessi...
* tu vuoi sempre tutto e subito caro mio...non è ancora il momento di dirtelo, sappi che lei era bella e perfetta allora; oggi lo è molto di più, e potrebbe esserlo ancora di più se volesse; ha tempo... Comunque la puoi tenere, la copia è per te. Poi magari quando ti levi dalla testa la voglia di sapere chi è mi dici se è scritto bene e in caso, che modifiche dovrei fargli.
Nel frattempo il suono del telefono mi distrasse e non ricordo più cosa mi disse: era mia madre, dovevo andarla a prendere.
Ringraziai, Salutai e Andai.
La fortuna mi aveva fatto quest'altro regalo inaspettato, adesso stava a me rimettere insieme i pezzi e capirci qualcosa.

venerdì 6 luglio 2018

"...no, la terza no! "

[n.18]
Si era rifatto male, perchè fondamentalmente è un testardo. Io non ero stato in paese in quei giorni, e mi ero promesso di andarlo a trovare a casa il giorno dopo in cui sarei rientrato. Rientrai giovedì sera; era tardi e non lo trovai seduto al bar con gli altri; mi dissero che era stato con loro ma che si era ritirato; aveva le stampelle e il ginocchio gonfio: io pensavo non uscisse, almeno però aveva avuto l'accortezza di non fare nottata...
La nostra serata, invece, si trascinò fino a tardi; c'erano dei ragazzi che venivano dal belgio e che si erano fermati casualmente a cerami e la serata fu condita da continui tentativi di dialogo in un misto di lingue francese e inglese improbabili, e tanta birra.
Quando poi andarono via tutti e restammo 4 intimi, i ragazzi cominciarono a uscire fuori cose da mangiare stile scampagnata: li avevano presi il giorno prima, io non  ne sapevo nulla; allora decisi di andare a prendere un po di pane, erano le 3 del mattino, l'avrei trovato caldo caldo; prendo la macchina e scendo al panificio di un amico, andare sul sicuro a quell'ora è un obbligo; prima di scendere dalla macchina però, vedo un riflesso strano dalla chiesa sottostante, e siccome la curiosità non mi manca mai, piuttosto che scendere per il pane, rimetto in modo e mi dirigo verso la chiesa; lì, l'assurdo:
* ma che cazzo fai qui, a quest'ora, solo, con quella palla al posto del ginocchio???? che cazzo fai????
# wow, che accoglienza garbata!
* tu sei un C R E T I N O
# si ok, lo sapevo, e finalmente ci sei arrivato anche tu. Ora dimmi una cosa: se ti dovessi trovare a scegliere 2 magliette, di cui, di una sai tutte le caratteristiche e l'hai già provata e a tuo giudizio non ti sta male, e dell'altra sai poco e nulla, quale scegli???
* penso quella di cui so tutto...ma perchè???
# e se ti porti dietro me, e ti dico che quella che hai indossato, bella per quanto può essere, non è del tuo stile??
* ne posso tenere conto, ma sai che sono testardo e deciso, se mi sta bene la prendo...poi magari evito di metterla quando ci sei tu ahahahah...ma cosa cazzo c'entra???
# ascoltaaaaa... muto: e se ti dicessi che non mi piace neanche la seconda maglietta???e che era molto meglio di queste due quella che hai provato in quel negozio qualche mese fa e che poi non hai voluto prendere perchè forse costava qualche euro in più, ma ti faceva più elegante???
* minchia tu no stai bene; a quest'ora che cazzo di problemi hai???? ma che cazzo hai fatto stasera??? non lo so quale scelgo, no lo so, non lo soooo!!! i tuoi buoni motivi ci hanno preso sempre, è vero...ma non saprei scegliere credimi...
# ok...sono stato con lei. Ci sono 2 o 3 cose di lei che non capisco; anzi, forse meglio dire che non accetto. Perchè il suo essere così com'è, il suo porsi a me così com'è va a cozzare maledettamente con quelle 2 o 3 cose con cui ogni tanto se ne esce. E' come quando a riva, costruisci il tuo castello di sabbia sfruttando la calma del mare, e poi in un amen, un'onda anomala si porta via tutto; capisci???
Il fatto però sai qual'è?? che ragionando, le caratteristiche che vanno oltre, non sono quelle 2 o 3 che io non concepisco; per il contesto, queste dovrebbero essere nella norma; è tutto il resto, tutto ciò che è lei, tutto ciò che mi ha colpito di lei, tutto ciò che vedo perfetto in lei, che è fuori dal normale contesto...cazzo. E' un discorso che probabilmente non capisci perchè non sai chi è, e probabilmente non lo capiresti ugualmente, perchè prima dovresti un po conoscerla bene; E forse in tutto questo, quello sbagliato sono io, per tanti e svariati motivi, uno su tutti, non riuscire sempre a contestualizzarla. Porca merda.
E poi, secondo te, come fa ogni volta a prendermi sempre; può un' espressione del viso scioglierti così??? possono dei discorsi, che poi alla fine sono normali, prenderti così??? può una cosa impossibile fotterti così???
E se quella seconda maglietta fosse un'altra delusione???  non ci posso pensare...non ci voglio pensare...il castello crollerebbe, significa che le fondamenta che gli ho posto alla base erano una merda, in pratica avrei fallito sull'unico obiettivo che mi ero posto...
E se trovasse una terza maglietta??? noooo...la terza no.
Buonanotte....
Non mi diede neanche il tempo di rispondergli, andò via come uno storpio, con la voce tremante e con gli occhi lucidi; mai lo avevo visto così; aveva una qualche sofferenza, come se sapesse già il finale, e le risposte a tutte le domande che aveva fatto.
Deve tenerci troppo a sta ragazza.

mercoledì 4 luglio 2018

stasera così

Bella l'idea di scrivere.
Bella l'idea di scrivere di me.
Bella l'idea di scrivere una sorta di racconto, un piccolo "libro" che parla di una storia mia, che sento mia, che vivo io e che mia soltanto può essere.
Bello tutto per carità, ma poi, cosa resta??
Resta la bellezza delle parole, la bellezza dei ricordi, la bellezza delle idee; la bellezza di aver vissuto un qualcosa in prima persona;
In serate come questa, è la razionalità a giocare e a farla da padrona; è il 4 Luglio 2018, sono da poco passate le 3 del mattino; dovrei mettermi a letto, in effetti si, mi sono alzato quasi 21 ore fa e non mi sono più fermato; potrei sembrare stanco, in realtà mi sento lucido come poche altre volta davanti a questa tastiera. E' vero, ho scritto tanto, ho scritto a tanti. Ho scritto per essere letto nel presente, ho scritto per mettere ordine nel passato, ho scritto al futuro che non esiste ancora. Ho scritto per sentirmi meno solo, ho scritto pensando che additare pubblicamente la solitudine potesse servire a cacciarla. Ho scritto perché ho scoperto che questo non è possibile, ma che scrivere aiuta a trovare qualcuno, come te, impegnato nella stessa impresa di Sisifo.
Ho scritto perchè forse è l'unico modo per comunicare a qualcuno cosa ho in testa, di buono, di brutto, di propositivo; perchè magari non ho a disposizione qualcuno di reale a cui parlare, un istante, in un qualsiasi momento, di quello che mi passa per la testa, perchè forse è più importante parlare di eyeliner o di Cristiano Ronaldo che va alla Juventus o dell'inter miracolata o paraculata o cose del genere.
Ho scritto forse semplicemente perchè mi andava di scrivere a qualcuno, forse perchè sono cresciuto col mito delle lettere, col mito della scrittura.
E stasera, adesso, mi va di scrivere; un pensiero, su di me, su come, lucidamente mi vedo: mi sento un continuo alternarsi di "oh porca merda, è successo di nuovo, ma cazzo sempre qua succede???"  di "ma a me chi cazzo me l'ha fatto fare" e di "io te l'avevo detto".
Scrivo perchè forse voglio semplicemente salvarmi da questa continua, ripetuta e sempre presente alternanza, perchè forse, scrivendo, riesco a metterci un freno.
Ho scritto per trovare posto in un mondo parallelo, a mia misura, perchè dal vivo, la vita del sognatore sbatte e si frantuma con quella reale, e allora mi serve un'altra dimensione.
Ho scritto per cantare le gesta di qualcuno, ho scritto per dimostrare quanto di bello possa esserci nelle persone, quanto sia bello potersi innamorare di qualche persona; è l'ho fatto affinchè tutto potesse restare qui, fermo, immobile, accessibile, spiegabile, in modo che qualcuno potesse riconoscersi, magari redimersi; ho scritto perchè sono un buono, e lontano da qui, o meglio fuori da qui, ho sempre sbattuto la testa; perchè la realtà è diversa da come l'ho sempre immaginata e presentata qui. E in qualsiasi campo, in qualsiasi situazione, qualsiasi volta, in qualsiasi momento, in qualsiasi storia, d'amore, d'amicizia, di lavoro, di gioco, il leitmotiv o il trait d'union è sempre, inesorabilmente, lo stesso: " chi me l'ha fatto fare? "
Tutto è andato via, prima o dopo. Tanto andrà via, tranne questo posto. In questi anni di scrittura è sempre stato qui, ogni volta che ho sentito l’urgenza di vedere i miei pensieri prendere forma di lettera; ho scoperto che appartengo a questo spazio tanto quanto lo posseggo. L'ho costruito come tetto contro le intemperie della vita, gli ho dato forma come ad una lastra di marmo che riceve paziente la sofferenza dello scalpello; è stato il tempio che celebra il trionfo e l’orecchio che accoglie la supplica senza giudicare. Qui l'insegnamento che dentro ogni vittoria s’è nascosta una sconfitta armata solo di pugnale avvelenato. Questo mio spazio, mi ricorda i nomi dei Laocoonte giustiziati perché osarono frapporsi fra me e i miei cavalli di Troia. Mi ricorda che di questi i più pericolosi non celavano invasori, ma le mie inquietudini come in un vaso di Pandora. 
Ho scritto. Scriverò.
Per quanto possa sforzarmi di dare il mio 100 fuori da qua, nessuno saprà coglierlo, ma tutti sapranno approfittarne; tutti, nessuno e nessuna esclusi.
E allora resto qua, questa forse è la mia reale dimensione; 
o semplicemente il mio unico me resterà qua perchè questo spazio non lo prenderà mai in giro.










domenica 1 luglio 2018

la "veemenza degli opposti"

[n.17]
Ieri era stata una giornata massacrante: il primo caldo estivo, giusto appena a ridosso di Luglio; cibo birra e vino a volontà; fumo e terra nell'aria; tutti super-indaffarati e pochissimi attimi a stare seduti. Era ormai mezzanotte e la "festa" era finita; ci trovavamo ormai tutti seduti sulla solita scalinata che ormai ci faceva da "casa" nell'ultimo periodo. Lui era seduto davanti a me, qualche gradino sotto. Lo avevo visto felice oggi, in realtà lo eravamo tutti, ma lui aveva qualcosa in più rispetto agli ultimi giorni. Ad un certo punto, prende il telefono e apre whatsapp; probabilmente aveva dimenticato che ci fossi io dietro di lui, o probabilmente ne era cosciente, fatto sta che cominciò a scorrere nella rubrica fino alla V...io non riuscì ad evitare di guardare, e in cuor mio sperai di arrivare dritto al sodo, così, come quando in un pieno giorno di estate arriva un tuono e scoppia il temporale. Non fu così però...il dito si fermò sul nome della sua migliore amica che aveva tra l'altro fatto il compleanno lo stesso giorno. Pensai che non mi dovesse interessare questa "conversazione", ma ero troppo stanco per alzarmi e spostarmi da la, e poi, sinceramente, speravo in qualche parola interessante, e quindi rimasi la, cercando di captare qualcosa. Beh, non avevo nemmeno le giuste forze mentali per ricordarmi tutto e per ricordarmi di poter fare qualche foto a ciò che potevo vedere. Ricordo però qualcosa che lui scrisse, e tra questo qualcosa, ci furono alcune parole interessanti; traspariva un po di dispiacere per non essere riuscito, data la giornata di festa e bagordi qui al paesino, a vederla e a farle gli auguri di presenza nonostante fosse qui; ma allo stesso tempo si rimandavano appuntamento ad agosto, per un matrimonio che avrebbero avuto insieme, ma questa è tutta un'altra storia. Di interessante al fine delle mie ricerche ricordo però bene alcune cose che lui le scrisse: le scrisse che era stata una giornata piena di cibo, di parole, e di "una di quelle cose che tanto mi piacciono guardare"; che la prima persona estranea con cui aveva scambiato parole la mattina appena uscito da casa sarebbe stata con molta probabilità l'ultima persona estranea da cui avrebbe sentito qualche parola prima di ritirarsi a casa fra un po; che aveva visto "i famosi opposti manifestarsi in tutta la loro veemenza, dal passo delicato e sbarazzino alla postura da camionista seduto in pausa pranzo alle movenze da ballo classico ceramese che a me difficilmente piacerà mai, dalla risata forzata tipo presa in giro a quella bella e meravigliosa con l'accenno a mordersi la lingua"; aveva visto i discorsi stupidi trasformarsi in un attimo in discorsi seri con vista sul futuro, aveva visto la capacità di trasformazione rapida di una pelle stanca, calda e col sapore di un'intera giornata all'aperto tra sole polvere e fumo coperta da qualche colore discutibile, in una pelle fresca profumata riposata e bella come poi del resto è sempre stata, e nascosta dalla solita eleganza fatta spesso di cose semplici.
Era molto lungo il messaggio, e sinceramente sono più che sicuro di essermi perso qualcosa. Ricordo di aver letto che forse stasera avrebbe preso la medicina che tanto lo fa stare tranquillo, ma "forse però, perchè il caso ultimamente su certe cose mi sta accanto, su certe cose, forse quelle che vorrei davvero, mi lascia un po stare".
Inviò il suo messaggio e rimase lì, come se niente fosse, senza ricordarsi di me alle sue spalle. Restammo seduti lì ancora per una buona mezz'oretta, e lui fissava spesso il suo telefono, nell'attesa della risposta o chi lo sa, di qualche altra cosa, ma nessuna notifica, nessuna notizia.
Andammo via tutti insieme, e la mia curiosità mi spinse a passare sotto casa sua: lo beccai mentre rientrava, nessuna sorpresa quindi.
Ancora oggi, mentre scrivo queste altre 4 righe, al di la dei soliti dubbi su tutti quei "famosi opposti" non riesco a spiegarmi cosa potesse essere questa medicina a cui faceva riferimento alla fine del messaggio: rientrò a casa e quindi non posso pensare altro che si tratti di qualcosa di serio, mi dispiacerebbe scoprire che usa qualche calmante o qualche altro farmaco per non so cosa, gli chiederò.
A meno che...

martedì 26 giugno 2018

il sogno della bambina

[n.16]
Stava finendo giugno e l'estate ci stava prendendo in giro un po a tutti al paesino: pioveva molto spesso, le temperature non si alzavano più, ogni tanto faceva capolino pure la nebbia, come se fosse un novembre qualsiasi, e come se non bastasse c'era poca gente fuori anche perchè la piazza era tutta sottosopra per via dei lavori che erano bloccati ormai da settimane. C'era chi già progettava qualche giorno di vacanza e, chi già aveva tutto organizzato e poi c'eravamo noi che, al nostro solito, avevamo qualche idea ma eravamo consapevoli del fatto che ci saremmo decisi proprio qualche giorno prima di partire. In mezzo a tutto ciò, io avevo perso un po di quella foga che mi portava ad indagare su di lui e sulla sua ipotetica storia; erano già un bel po di giorni che non vedevo cose strane in lui, nessun movimento strano, poco uso del telefono, nessuna sparizione, e a pensarci bene era già da molti giorni prima che ricevessi quel suo messaggio in piena notte che lui mi sembrava normale; era sempre in mezzo a noi, e poi lo accompagnavamo sempre noi a casa la notte: semmai ci fosse stata qualcosa, era già finito tutto??
Dieci giorni dopo quel messaggio, dopo aver fatto questa riflessione che mi accese un po di fuoco, sfruttando l'ennesima serata piovosa e piuttosto fresca, lo invitai a farsi un giro in macchina. Parlavamo di diverse cose, di una ipotetica vacanza, dei lavori in piazza, del torneo di calcetto imminente e lui mostrò la prima crepa: gli bruciava non poter giocare, era la cosa che più amava fare ed era costretto a non giocare per via del ginocchio malandato che, purtroppo per lui, aveva curato non proprio bene e ancora gli dava diversi fastidi, nonostante andasse sempre in palestra e andasse pure a correre per le strade del paese...vedevo una certa tristezza nei suoi occhi, e sinceramente ebbi anche un po paura a chiedergli della famosa storia, perchè se fosse successa qualcosa magari la sua tristezza sarebbe potuta aumentare; ma gli chiesi lo stesso:
* e per il resto??? di quella famosa storia che mi dici??? la mia curiosità aspetta altre novità, mi hai lasciato ad un punto quasi morto...
# mmmm ma che ti devo dire...ho in mente una cosa; sai che mi piace scrivere, ho in mente di scrivere qualcosa, un racconto, una storia, ancora non so definirla bene; una storia divisa in 27 capitoli, in cui racconto tutto quello che ho vissuto, e che spero ancora avrò la fortuna di vivere. A lavoro finito, ve ne darò una a ciascuno di voi, così potrete forse capire, semmai avete avuto tutti qualche strana sensazione su di me. Il titolo sarà tipo "le 27 parti del mio gioiello" o una cosa del genere comunque, perchè 27 è il mio numero e il gioiello, beh, anche se non è e non sarà mio, fa parte di questa fase della mia vita, quindi lo definisco mio. Sappi che sono già a buon punto, ho già scritto molte cose...
* quando me le farai leggere??? sono curioso...ovviamente...
# qualche sera di queste ti farò leggere qualcosa; anzi, ne ho uno salvato qui sul telefono; te lo leggo adesso. L'ho scritto più di una settimana fa; è un pensiero molto piccolo ma credimi, l'ho fatto con molto cuore; purtroppo però è stato come fare un gol ma perdere la partita 2 a 1, ma nonostante questo ci tengo; perchè un racconto, una storia, è fatto di momenti, belli o brutti, vincenti o meno, ma momenti che ti restano ugualmente dentro, e ti formano a 360°. L'unico problema di questo piccolo pezzo è che non so come inserirlo all'interno di un capitolo; è più un messaggio, e devo cercare di capire come contestualizzarlo e legarlo all'interno di un discorso che possa rendere ampio il capitolo. Ascolta:
< Sali lentamente ma con decisione. Quando le energie sembrano esaurite ripensi a tutti quelli che hanno detto «non ci riuscirai, mai»,«non fa per te, lascia perdere» e a loro dedichi un nuovo passo in avanti. Forse non saprò mai il perchè di questa scelta. Forse non mi è poi tanto chiaro quale potrebbe essere il tuo posto, solo che sarà tuo. Non è chiaro cosa ci sia alla meta, solo che è lassù che devi arrivare.
La tua guerra di conquista non si muove sul filo della spada o a cavalcioni su un proiettile, ma dietro sorrisi titubanti, ciascuno di loro apre la possibilità di una resa, solo per ricordarti che non succederà.
Ma a salire con decisione è sempre quella bambina che ha guardato la montagna la prima volta senza sapere perché desidera far sua la vetta. Il tuo vestito da bambina è ormai logoro, le tue scarpe consumate, solo il sorriso è rimasto lo stesso. In questa guerra sei esattamente un frullato di opposti che nutri e custodisci come una leonessa fa con i suoi cuccioli. La tua è un’avanzata e una fuga, un capriccio e un amore, un desiderio effimero e il sogno di una vita.
Ovunque tu arriverai, il mio augurio è che tu possa scoprirti seme, affondare radici profondamente e fiorire, blu e grigia o arancione, ad ogni primavera della vita mettendo nei tuoi colori la stessa intensità della tua determinazione.
E da qualche parte, ci sarà sempre un improvvisato pseudo-scrittore che scriverà di te e del tuo bellissimo essere e non essere bambina...>
Hai visto?? è troppo piccolo, però voglio che compaia all'interno della storia. E' una specie di augurio e allo stesso tempo è una descrizione di cos' è la persona a cui è dedicato...che ne pensi??
* non sembra male dai; però se non so come hai impostato il resto, non posso provare ad aiutarti...
# lo so lo so... lo so che i tuoi studi mi serviranno a prodotto finito...intanto butto giù le parole, e poi quando sarà ora di legare tutto, sarai la mia prima scelta, promesso.
* ma perchè ci sei legato a questo nello specifico???
# beh non solo a questo ovviamente; ci sono alcuni pezzi legati ad accessori d'abbigliamento, altri legati al caso...comunque la verità è che sono legato a tutto ciò che in questo momento sto scrivendo; perchè adesso più che mai sto mettendo su carta le mie emozioni, positive e negative, legate a lei e legate a me e a tutto ciò che mi si muove accanto. Come un calciatore che tra i 28 e i 32 anni è nel pieno della forma, io sento di esserlo adesso in questo campo. E il merito è della mia fantasia che è molto prolifica devo dire ultimamente, dell'ondata di ottimismo dal mondo esterno che mi ha travolto da quando ho cominciato a trasformare questa idea in realtà, e poi è un po anche merito suo; spesso mi da spunti anche senza muovere un dito, spesso lo fa con un semplice sguardo o un mezzo sorriso, e spesso anche con le sue assenze. Ti confesso che ultimamente la sua presenza mi manca, forse anche molto più di un po...ma molto spesso quando c'è di mezzo il futuro, certe assenze sono più che giustificate, accettate e forse anche necessarie. Diciamo che il racconto continua e continuerà, ma certo è che se quel profumo torna a ricaricare un po le pile, male non farà. In ogni caso, ti prometto che qualche altra anteprima te la darò. Ora però accompagnami a casa che domani devo alzarmi presto che ho un sacco di cose da fare e forse domani 24 ore non mi basteranno,,,ma questa è tutta un'altra storia...
# obbedisco...e vedi che non dimentico.
Confesso che questa idea di scrivere una storia mi piace; e un po lo invidio, perchè ha un argomento su cui impostarla, reale o fantasioso che sia. Certo è che mi piacerebbe sapere prima della fine del libro chi è questa qua, che ha questo sogno e che ha lo stesso sorriso di quando era bambina.
Chissà se domani quando mi sveglio la mia curiosità sarà tornata ai livelli di qualche settimana fa...

venerdì 15 giugno 2018

il messaggio

[n.15]
"E’ un periodo frenetico.Ok, questa è una mezza bugia. Perché è da molto molto tempo che è tutto frenetico. Ma la velocità non è un problema: diventa frenesia solo quando non riesci più a muoverti a tempo. E io penso che ultimamente non riesco a muovermi a tempo. Mi sono catapultato in un mondo che non ho mai amato e mi ci sono speso al massimo delle mie possibilità, anzi, andando anche "oltre".  E oggi, a bocce ferme, stando seduto in macchina ad aspettare i miei, ho capito che è tutto troppo frenetico; e se per qualche ragione mi fermo, perdo il filo, perdo il senso, mi perdo io. Oggi l'ho rivista, era passato un po di tempo, forse troppo. Qualche giorno fa, qualcuno molto vicino a Lei mi aveva raccontato di alcune parole che Lei aveva detto per liberarsi di alcune, chiamiamole pressioni, che aveva ricevuto. Oggi la guardavo è avevo quel momento lì che mi girava in testa, non ricordavo assolutamente le parole che mi hanno raccontato avesse detto in quel frangente, ma la guardavo e immaginavo; immaginavo lei forte e sicura e mi stupivo di averla davanti proprio così come la stavo immaginando, e proprio così come so che è. Una ragazza così, in mezzo a tanta stupidità, in mezzo a tanta frivolezza, in un mondo che ci rende ammalati di frenesia, è un dono del cielo. Oggi la guardavo con un occhio diverso, ho colto le smorfie di fatica nascoste da quei ciuffi che scappavano da una coda di cavallo molto approssimata, un'approssimazione che è la netta testimonianza di un qualcosa che lei fa per necessità momentanea e mai per ornamento personale. Ho notato dei piccoli dettagli che mi hanno confermato tutte le sue verità di cui mi ha sempre parlato, la determinazione, la voglia. E poi ho notato una bellezza fisica, i contorni, le forme, che sapevo, ma che non avevo mai avuto la necessità e forse anche la fortuna di notare. Ed è stato disarmante considerare che ancora ha davanti tempo e tempo per raggiungere un livello che, poi alla fine, non riuscirei nemmeno ad immaginare. E non me la levo dalla testa. Paradossalmente oggi mi è sembrato di averla conosciuta ancora di più, e tra l'altro senza quasi scambiare parole. Ma la cosa che mi ha stupito di più, oggi, è che per l'ennesima volta, è Lei che rallenta la frenesia del tempo, è Lei che pur essendo di un altro pianeta mi riporta con i piedi per terra, è Lei che, nonostante sia la cosa più inarrivabile, più inottenibile, più impossibile che madre natura mi abbia posto davanti, è la mia calma.
Scusami, ma non potevo chiamare nessuno a quest'ora per sfogarmi; e poi lo sai che certe cose non riuscirei a dirle, arrossirei anche dietro un telefono. Ci vediamo domani. Buonanotte"

Messaggio ricevuto Ven 15/06/2018, h 2:21
Stavo per mettermi a letto,e il caso mi ha fatto trovare sto "regalo" prima di chiudere gli occhi. Sapevo che lui oggi, aveva passato mezza giornata in città; e poi, stasera dopo cena è stato con me: ma a sta ragazza dove l'ha vista???

mercoledì 6 giugno 2018

Forma & Sostanza

[n.14]
un anonimo lunedì sera, il primo lunedi sera di giugno, si trasformò in qualcosa di importante per le mie "indagini". Per via di alcuni impegni elettorali quella sera non rientrammo a cenare a casa, ma restammo fuori e mangiammo una pizza, molto fuori orario però. Passata la mezzanotte decidemmo tutti insieme di fare una passeggiata lunga, per tanti motivi: per muoverci un po, per respirare un po di natura, per parlare un po lontano da occhi indiscreti.
I miei occhi quella sera non si staccarono da lui, come se avessi una sorta di presentimento che qualcosa potesse succedere; infatti, dopo aver armeggiato un po col suo telefonino, all'improvviso ci salutò, "il tempo di comprare le sigarette e vado a letto che sono stanco...".
Non mi fidai di quelle parole, anche perchè non si era mai ritirato così presto, non era da lui farlo. Allora, adducendo un leggero mal di pancia, salutai tutti anche io e corsi a prendere la macchina e mi andai a parcheggiare vicino casa sua; avrei aspettato che rientrasse e gli avrei chiesto di ridarmi il mio lettore mp3 fingendo mi servisse l'indomani mattina; era tutta una scusa, tutto ciò mi sarebbe servito per fugare i miei dubbi sul suo finto rientro a casa.
Rimasi in macchina una ventina di minuti, ma di lui neanche l'ombra. Poi, m'addormentai...
La figura di merda, la mia, si manifestò intorno alle 3.15 del mattino:
* TOC TOC TOC ouuuuuu ouuuuuu...svegliatiiiii...ma che cazzo fai qua????
# ouuu, ti stavo aspettando, mi daresti l'mp3 che domani mattina mi serve???
* ma ti rendi conto o no???? sono le 3 e 15, dormivi in macchina, per l'mp3???? ma che cazzo ti è preso??? potevi chiamarmi, o mi scrivevi...tu sei folle...
Cazzo mi ero addormentato in macchina sotto casa sua, mi ero fatto circa 3 ore di sonno, chissà che figura di merda con chi mi aveva visto...uff....ma poi, lui a quell'ora fuori cosa cazzo ci faceva????
# ok scusami...ma tu a quest'ora che ci fai fuori??? allora, viva la sincerità: mi è sembrato assurdo che tu ti ritirassi così presto, so che ultimamente ti manca riposarti per come si deve, ma nonostante tutto non sei mai andato via presto e poi ieri sera non mi sembravi così stanco; allora ho deciso di venire a vedere se realmente ti ritirassi o se, come immaginavo, andassi da qualche altra parte...solo che non ho calcolato il fatto che potessi addormentarmi in macchina...quindi??? ho avuto ragione a pensar male mi sa...
* ppppppppppppppfffffffffffff sei peggio di quei giornalisti d'assalto...è vero sono molto stanco; è vero che sarebbe opportuno che mi facessi tutte di botto 10 ore di sonno; è vero che ho bisogno di fermare un po questa macchina; e te l'avevo detto qualche sera fa se non ricordo male...il caso stasera mi ha fatto un regalo, lo immagino come un premio dovuto al mio impegno assiduo a ciò che sto facendo ormai tutti i giorni; sono stato con lei; la mia cura è lei. Mi svuota la testa. Non è una maga o una strega, però ha questo potere particolare. Come potrei spiegartelo??? Giorni giorni e giorni focalizzato sempre sugli stessi concetti, sullo stesso obiettivo, sulle stesse storie, poi arriva lei, con i suoi discorsi, col suo tono di voce, con le sue smorfie, con suo non riuscire a stare ferma, col suo essere lei, e riesce a spingere in un angolino tutto ciò che mi riempie la testa, e libera spazio. comprime il contenuto ma non me lo fa eliminare, o forse semplicemente dà quella serenità che permette in automatico al caos di dissolversi, sistemarsi, ordinarsi, e andarsi a posizionare laddove deve stare. Ogni tanto è riuscita a generare un caos più forte tanto da sovrastare ciò che già c'era, ma adesso, riesce a mettere ordine pur non essendo una delle sue passioni...e poi, vuoi mettere la positività che ti trasmette vedere qualcosa che ammiri piuttosto che vedere sempre le stesse cose, le stesse parole, le stesse facce, a tratti molto poco spettacolari...stasera sono stato il suo passeggero, come le navi dei vikinghi che si facevano trasportare dai venti non conoscendo assolutamente le mete da raggiungere; mi sarei addormentato poggiato in quell'angolo tra il collo e la spalla, quel profilo sinistro vuoto da orecchini e pieno di profumo, ma vabbè, questa è tutta un'altra storia...come vedi, la mia sincerità stasera è andata molto oltre, ti ho detto tanto. Però adesso per favore, torna a casa, e la prossima volta, prima di fare queste improvvisate che puntualmente finiscono a malafigura, chiedi. Ahhh, vedi che mp3 te l'ho ridato un paio di sere fa...io non sono lucido, ma tu non scherzi neanche...Vai, buonanotte.
Colpito e affondato, mi ritirai a casa, consapevole che, in fondo, una figura di merda può anche avere qualche lato positivo.