domenica 9 settembre 2018

FELIZ CUMPLE MAMITA


3 SETTEMBRE 2018

Ho fatto tanti discorsi, fin qui: a dispetto della mia timidezza ho parlato con diversa gente, ho pulito situazioni in una lingua a me straniera con una padronanza tipica della gente del luogo, ho ritirato riconoscimenti, incassato complimenti. Ho scritto discorsi, pochi per me ma tanti per gli altri, ho parlato a qualcuno che ascolterà fra quasi un decennio ancora.In tutte queste occasioni, ammetto di non avere avuto sempre le idee chiare su cosa dire. Mentre sono sempre stato molto puntuale su cosa non dire. Una delle cose che "non ho detto" più spesso è "grazie Mamma". Ho sempre detestato voltare per la prima volta la copertina (rigorosamente dopo aver odorato il libro) e trovarla la: la mamma di qualcuno, formato dedica. Fra me e l'autore / autrice, la mamma. Che c’azzecca? Ho sempre detestato " l’uomo che non deve chiedere mai", con le mille tattiche da manuale sulle donne che puntualmente sono irretite dallo stratagemma, come topi che credono di scegliere ma sono solo dentro un sapiente labirinto di laboratorio che li condurrà solo dove qualcun altro vuole. Per poi dire: "scusa è mia mamma", correndo a rispondere a telefonate a qualsiasi ora, come fossero conferenze di Yalta convocate via etere. Ho sempre detestato un principio tanto evidente quanto dimenticato: sono qui, perché tu hai scelto così. Sono qui e per tutta la vita indosserò un nome che tu hai scelto, come un’etichetta marchiata a fuoco sul posteriore di un manzo. Non mi hai mai chiesto il permesso e dovrei pure esserne grato? Ho sempre detestato la tacita, accettata e tutto sommato celebrata, idea che continui ad essere un pezzo di corpo di tua madre anche dopo quel carcere lungo 9 mesi. Ho sempre detestato l’idea di avere un debito con qualcuno. Figurarsi con chi ti ha nutrito, pulito, protetto finché non sei stato in grado di farlo da solo. Ma soprattutto, ho sempre detestato quella sua capacità di esserci sempre, anche quando non la penso come lei vorrebbe. Anche quando ho desiderato il biasimo e la condanna, perché io mi ero già giudicato colpevole. Essermi accanto, con un oceano d’amore dentro il quale occorre abbandonarsi, per non rischiare di annegare in quella sua profondità. Le madri sono l’origine della più grande incoerenza, della contraddizione che rende l’Universo caotico: puoi essere sbagliato, lo sarai per te, lo sarai per tanti altri, magari lo sarai anche per lei, ma non per questo verrà meno il suo amore. Credo che questa somma incoerenza racchiusa dentro il significato di «Mamma», scompigli il mondo. Ne impedirà sempre l’ordine. Le mamme sono nemiche dell’ordine. Sono onde che vanno avanti e indietro incessantemente, senza una direzione pur avendo una direzione. E no, non scrivo questo per celebrare il mistero delle mamme, né per augurare loro qualcosa in un giorno diverso rispetto a quello a loro dedicato. Uso queste parole per dire “grazie” alla mia, di Mamma. Non per tutto quello che ha fatto, non per la tenacia, non per le idee che ha voluto trasmettermi, non perché mi ha reso quello che sono. Ma perché è sempre stata qui anche se io non ho mai fatto nulla come lei voleva; ed anche perché oggi, nel giorno della sua festa, per la prima volta (credo) sono lontano da lei e vorrei regalarle la parola che non le ho mai detto: GRAZIE!

Buon Compleanno!

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