venerdì 16 marzo 2018

universo parallelo

[n.4]
sapevo che non sarebbero mancate le occasioni per chiarirmi (forse) un po i dubbi; tempo fa acquistammo 2 biglietti per un concerto, e finalmente qualche sabato fa è arrivato il fatidico giorno; lui era gasatissimo; partimmo subito dopo pranzo perchè mi disse che avrebbe avuto delle cose importanti da fare in città prima dell'evento; e così fu; arrivammo di primo pomeriggio e mi portò subito in un tattoo-shop; non mi disse nulla durante il viaggio, ma appena entrati in negozio uscì quel foglietto con le bozze che aveva ricevuto quella sera e si mise a discutere con il tizio dietro il bancone; dopo qualche minuto di esitazione, in cui faceva avanti e indietro nell'androne davanti il negozio rientrò e confermò; 20 minuti dopo uscì da quella stanzetta felice come un bambino a cui regalano il giocattolo che tanto desiderava. Non me lo fece vedere perchè era bendato, ma aveva avuto il tempo di fare una foto col suo cellulare e me la fece vedere: erano 3 gioielli che si tenevano per mano, era la sua famiglia. Non aggiunsi altro e cercai di non fare riferimento ad altro, ci avviamo verso il palasport e ci godemmo il concerto...
Quando ci dirigemmo verso l'auto, a fine serata, lo vidi zoppicare; aveva la gamba molto gonfia, il tatuaggio aveva le sue colpe, ma avevamo camminato un bel po e poi per le 3 ore di musica non era stato fermo un attimo nonostante avessimo i posti a sedere; forzai un po la mano e lo convinsi a sedersi sul posto del passeggero; mi disse che, fino a quel momento, era capitato una volta soltanto che nella sua macchina lui si fosse seduto dall'altra parte; ma accettò di farlo.
Il viaggio fu abbastanza lungo, quasi 2 ore; quando eravamo giunti ormai lontano dalla città, con la strada che scorreva totalmente al buio tra le campagne, cercai di saperne di più:
*Perchè proprio quel disegno?
#Ehh, voglio troppo bene ai miei, sai, non gliel'ho mai detto, mi conosci, lo sai che sono uno che difficilmente dice certe cose; piuttosto preferisco scrivere e stavolta ho preferito scrivermelo addosso; loro non leggono ciò che scrivo, non mi seguono sui social, non sanno del mio blog, così magari capiranno; glielo dissi che aspettavo le bozze e al più presto l'avrei fatto, e gli spiegai prima cosa sarebbe stato e che senso avrebbe avuto e non ti nascondo che mia mamma ha avuto per un attimo gli occhi lucidi...
*E basta??
#Eeehhhmmm diciamo che ha un doppio senso come il primo, diciamo che ho altri 3 piccoli gioielli che mi stanno a cuore e così è un modo per tenerli stretti a me...
*Scusami, non riesco ancora a spiegarmi cosa ci fosse oltre alle bozze del tattoo in quel sacchettino che avevi in macchina l'altra sera e che mi hai detto di non aprire, mi hai messo curiosità..
#C'erano due foto
*E non avrei potuto vederle, scusami???
#Era un regalo, e non avresti capito assolutamente. Ti dico una cosa: a volte e non so per quale assurda ragione, ci andiamo a catapultare in delle situazioni un po così, potrei definirle assurde; un po per nostra volontà, un po per caso; ci ritroviamo a vivere infilati in un universo parallelo, mi spiego: fai conto che tu, così come sei adesso, barba capelli vestiti e pensieri ti ritrovi in un'altra realtà, non tanto diversa dalla tua, anzi, ma per certi versi una realtà che non dovrebbe appartenerti; una realtà in cui incontri qualcuno che ti fa veramente bene, senza magari fare effettivamente grandi cose..
*Ahh???
#Lo dicevo io che non avresti capito..
*Ma perchè tutti sti giri del cavolo, chi fu??
#Nel blog tempo fa scrissi di gioielli grezzi, belli, naturali e animati, ne ho trovato uno e sono finito in questo universo parallelo...
*E le foto cosa c'entrano??? te le hanno scattate in questo universo parallelo e da qualche porta magica te le hanno sviluppate??? ma va Tò, troppo Zucchero stasera...
#ahahahah ma quando mai, le foto sono reali, i momenti che mi ricordano sono reali, ci sono io e sono reale...la bellezza sta altrove caro mio, forse in quell'universo parallelo...
*Io non ti capisco, continuo a non capire...
#Ascolta, magari qualche sera di queste ti racconto una storia, ma adesso non mi va, rialza il volume e fai finta che siamo ancora la dentro...
Alzai il volume e cantammo per tutto il resto del viaggio; il concerto sembrava non essere finito...e i miei dubbi e le mie curiosità erano appena ricominciati da zero...

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